Giuseppe Mussari, principale coinvolto nel caso Monte dei Paschi di Siena, risponderà alle domande dei magistrati. E’ quanto ha fatto sapere il suo legale, smentendo però che possa farlo già oggi come si pensava. Mussari ha infatti ottenuto un rinvio perché oggi non era disponibile l’altro suo difensore, l’avvocato Tullio Padovani, assenza già dichiarata dallo scorso 2 febbraio. Comunque viene assicurata la piena collaborazione di Mussari, che è pronto, viene detto, a rispondere alle domande dei sostituti procuratori. Mussari dunque ha bisogno dell’assistenza di entrambi i suoi legalissi prima di sottoporsi alle domande degli inquirenti. E’ stato invece ascoltato dalla guardia di finanza Antonio Rizzo, considerato il super testimone di tutto il caso. L’ex funzionario di MPS infatti ha cominciato a far rivelazioni che metterebbero nei guai gli ex vertici della banca ai tempi dell’acquisizione di Antonveneto e dei famosi derivati con il tramite di una banca giapponese. Secondo Rizzo esisteva infatti una vera e propria banda cosiddetta del 5% che prendeva una percentuale su ogni operazione. Ci sarebbero poi stati pagamenti riservati: tra l’altro l’ex funzionario aveva già presentato le sue accuse in un verbale risalente al 2008. In questa banda, secondo Rizzo anche l’ex direttore dell’area finanza di MPS Gianluca Baldassarri e il responsabile della filiale di Londra Matteo Pontone. Ci sarebbero poi registrazioni esistenti con le conversazioni tra di lui e i funzionari di Dresdner: riunioni interne della banca d’affari a cui era presente. Come in un vero film di spionaggio finanziario, Rizzo avrebbe effettuato queste registrazioni di nascosto per cautelarsi in caso che dopo le sue denunce potesse venir licenziato. Ha parlato oggi poi a Radio 24 l’attuale amministratore delegato Fabrizio Viola che chiede ci sia al più presto “e condizioni per un interesse da parte di soci finanziari stabili e di qualità per la banca”. Viola denuncia la mancanza di nuovi soci pronti a investire nella banca aggiungendo: “Il deprezzamento di Mps in Borsa è sintomo del fatto che ancora il mercato non crede a quello che potrà essere il miglioramento dei fondamentali implicito nel piano industriale”.
Da segnalare infine le lamentele dei dipendenti della banca senese che accusano alcuni media di poca precisione nel riportare le notizie. Una lettera da parte loro è stata infatti inviata alle redazioni di giornali e agenzie di stampa: “Premesso che le responsabilità, ove accertate, devono essere pagate è ingiusto e meschino buttare fango su un’azienda in cui lavorano 31.000 dipendenti, con passione, orgoglio, professionalità e soprattutto con onesta!”.