Non solo abolire l’Imu sulla prima casa ma rimborsarla. È un’idea geniale, soprattutto se uno pensa di non doverla mantenere perché perderà le elezioni. Proviamo a esaminare la proposta di Silvio Berlusconi e capirne le implicazioni.

1 – Berlusconi non propone alcun taglio dei costi. Ha bisogno di comperare la Lega (offrendo loro la Lombardia, nonostante il loro disimpegno a livello nazionale), ha bisogno di ricattare i parlamentari con il “porcellum” che ha fatto di tutto per non abolire, ha una vita costosissima perché promette mari e monti a tantissimi e quindi non potrà mai tagliare. Non ha mai abbassato la spesa, presupposto indispensabile per abbassare le tasse, né mai lo farà.



2 – Se non si taglia occorrono nuove tasse sostitutive di quelle abrogate a meno di non allargare il deficit. Il modo proposto da Berlusconi è l’introduzione di tasse sui giochi, sugli alcolici e sui capitali residenti in Svizzera. Un conto è aumentare le aliquote, altra cosa è aumentare gli introiti e alcuni esempi recenti dovrebbero indurre alla prudenza. Le aliquote sui Suv e sulle barche sono lievitate, ma i proventi sono diminuiti perché la gente non compera più auto entrate nel mirino della finanza e le barche sono andate a parcheggiarle all’estero. Un fenomeno analogo potrebbe avvenire anche per le nuove tasse proposte da Berlusconi. Per quanto riguarda la possibilità che sia la Svizzera a pagare l’Imu è lo stesso Tremonti a escludere questa eventualità, perché nel frattempo i grandi capitali sono migrati a Hong Kong. Berlusconi è ben conscio che le nuove tasse non potranno mai eguagliare quelle abrogate, ma tanto a lui interessa solo tutelare i suoi interessi immediati, come dimostrato in molteplici occasioni.



3 – Questa proposta scaricherebbe sul lavoro attuale e sulle future generazioni oneri insopportabili. Dovendo ridurre il carico fiscale occorrerebbe partire dal lavoro, vero motore dell’economia. Con gli attuali oneri gli imprenditori non riescono ad assumere, i lavoratori a trovare un reddito e tutta l’economia rimane bloccata. La tassazione sulle famiglie deve certamente tendere a diminuire, ma la diminuzione deve seguire quella del lavoro, non precederla. Ma la cosa più grave di tutte sarebbe il danno per le future generazioni. Aumentando il deficit, privilegiando l’immediato come già fatto troppe volte, si finirebbe per rendere insostenibile il peso del debito e l’onere che graverebbe sulle future generazioni. Il debito pubblico è una delle cause della crisi attuale. Non è bastato a Berlusconi di averci portato già una volta sull’orlo del baratro. Non gli sono bastate le insistenze di Monti per evitare le facili promesse e il trasferimento degli oneri alle future generazioni, perché con una cocciutaggine degna di miglior causa vuole ripercorrere la vecchia strada che ci ha portati vicini al disastro. Possibile che non si ricordi perché è stato necessario arrivare al governo tecnico? Crede di poter scaricare tutte le responsabilità su altri?



4 – Oltre ai 4 miliardi di mancato introito per l’Imu nel 2013 e per tutti gli anni futuri, oltre ai 4 miliardi da rimborsare per l’Imu del 2012: dove Berlusconi troverà i soldi per fronteggiare il maggior costo del debito pubblico? A quanto salirebbe lo spread il giorno in cui Berlusconi vincesse le elezioni? A 500, a 600 o a 700 e oltre? Chi finanzierebbe l’economia italiana? Faremo una legge per bloccare i capitali o per convincere gli stranieri a venire a investire in Italia?

5 – Quanto vale la credibilità? Non è facile tradurla in numeri, ma ciascuno sa che ha un impatto importante sul mondo economico. Quanto ci costerebbe un Berlusconi rifiutato dai suoi stessi alleati (la Lega pur disprezzandolo ha accettato l’alleanza solo per conquistare la Lombardia), screditato in Europa, messo profondamente in discussione all’interno del Ppe, con una serie di comportamenti e dichiarazioni che immiseriscono la credibilità di chi lavora con lui (è stato costretto a candidarsi perché nel Pdl non vi sono persone in gamba), che ha ingannato e mentito a tanti, che è stato continuamente smentito e spesso è arrivato a smentire se stesso dicendo il contrario di quanto affermato pochi giorni prima? L’ultimo attacco alla credibilità di Berlusconi arriva da Tremonti, il suo ex ministro dell’Economia, che arriva a proporre ad Alfano di conservare, nel futuro governo, il ministero dell’Economia ad interim pur di non affidarlo a Berlusconi. Se un suo alleato che lo conosce molto bene e che di economia se ne intende arriva a formulare una simile proposta, chi potrà reputarlo credibile?

In conclusione, togliere l’Imu senza prima aver abbassato la spesa, senza una serie di riforme che pongano il lavoro al primo posto, vorrebbe dire creare un disastro che graverebbe pesantemente sugli italiani. Se siamo arrivati vicini al baratro ricordiamoci chi ci ha portato lì a fine 2011 e quanto ci è costato. Chi è attento al proprio portafoglio, i giovani che non intendono più pagare il conto per vecchi legati ai loro privilegi e alle loro vecchie logiche, devono fare molta attenzione ed evitare di cadere nelle trappole di un pifferaio interessato solo alla difesa esasperata del proprio potere.

Prendiamo sul serio quello che Berlusconi ha detto, rendiamo chiare ed esplicite le conseguenze di questa proposta, facciamo in modo di diffondere questa verità per evitare a noi e a tutti gli italiani nuovi disastri.