Dal primo marzo scatta la Tobin Tax, cioè la nuova tassa sulle transazioni finanziarie, che sarà applicata allo scambio di azioni e derivati da parte degli operatori finanziari. Lo ha stabilito un decreto firmato dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, dopo la proposta di direttiva giunta dall’Unione Europea lo scorso 14 febbraio. “La Tobin Tax è una proposta comunitaria che per il momento è stata accolta soltanto da due Paesi, Italia e Francia. Gli altri Stati Ue stanno facendo molta fatica ad inserire una normativa del genere sui loro mercati finanziari, per gli effetti negativi che ne deriverebbero”, commenta Biagio Milano, vice presidente dell’IFMAdvisor, associazione che si propone di proteggere i piccoli investitori.
La tassa sulle transazioni finanziarie prende il nome da James Tobin, un economista statunitense, il quale nel 1972 la teorizzò con lo scopo di riequilibrare le sorti del mercato valutario. Come rivela Biagio Milano, “nel 1985 lo stesso Tobin giudicò questa imposta già anacronistica, e la sua applicazione in ambito internazionale fu quindi piuttosto limitata. Dopo la meta’ degli anni 80 tentarono di introdurla sia la Francia che la Svezia , con risultati disastrosi, tant’è che Parigi ha avuto la lungimiranza di abolirla immediatamente, mentre Stoccolma l’ha mantenuta per alcuni lustri , facendo crollare i volumi delle sue transazioni”.
“A livello nazionale la Tobin Tax si applica a tutti gli strumenti finanziari, con l’esclusione di ETF, ETC e valute (Forex). Sulle azioni si paga lo 0,12% – spiega il vicepresidente di IFMAdvisor -. Potrebbe sembrare un’aliquota permillare molto bassa, mentre in realtà non lo è: se fosse stata applicata una tariffa fissa, lo Stato avrebbe introitato di piu. Per fortuna, per effetto della lotta fatta attraverso la nostra associazione, la Tobin Tax colpirà, invece, i derivati con aliquota fissa, non permillare. Certo sulle azioni ci sarebbe duvuto essere lo stesso trattamento, mentre sono state piu’ penalizzate”.
“Quella introdotta dal decreto del ministro Grilli sarà una Tobin Tax alla francese e si applicherà soltanto sul valore netto delle posizioni a fine seduta, mentre ne saranno escluse le operazioni che saranno aperte e chiuse in giornata. Poniamo per esempio che io acquisti 1000 azioni di Generali Assicurazioni e alle 20.30, quindi dopo la conclusione dell’after hour, porto queste azioni overnight. Qualora dovessi rivenderle, con un orizzonte temporale che supera le 20.30 del giorno dell’acquisto, dovrò pagare la Tobin Tax”. Lo 0,12% sarà decurtato immediatamente nel momento in cui verrà a concludersi il giorno stesso della negoziazione. Al contrario, se acquisto alle 9 e rivendo prima delle 20.30 non pago nessuna tassa. E commenta Milano: “Meno male che è così, perché altrimenti il nostro mercato avrebbe perso liquidita’ e sarebbe scomparso, in quanto molti operatori finanziari non avrebbero piu’ trovato convenienza nell’investimento. Inoltre avrebbe colpito tutta una serie di soggetti legati a questo settore, i danni sarebbero incalcolabili anche per le entrate statali”.
I derivati saranno colpiti con una tariffa fissa. Sulle azioni ci sarà invece un permillare , e per questo ci saranno maggiori disagi. Milano ripete che “Lo stato avrebbe trovato maggiore convenienza nel tassare con un “fisso” anche le azioni”.
I titoli di diverse societa’ quotate saranno escluse dall’applicazione della nuova imposta. E infatti, come aggiunge Milano, “l’esenzione riguarderà tutte le azioni con una capitalizzazione inferiore ai 500 milioni di euro. I soggetti che acquisteranno un titolo sotto questa capitalizzazione (come possono essere , ad esempio, le Seat Pagine Gialle o le Tiscali), poichè quotano molto meno di 500 milioni di euro, non dovranno pagare la Tobin Tax, anche portando l’azione overnight. Ciò è avvenuto perché introdurre anche una tassa permillare sui titoli con una bassa capitalizzazione, ne avrebbe danneggiato le negoziazioni, soprattutto a fine giornata quando ci sono le posizioni di chiusura in asta”.
Per il vicepresidente di IFMAdvisor, “questa tassa inficerà le negoziazioni e potrebbe di conseguenza comportarne un crollo o comunque una diminuzione netta dei volumi di scambio, come è avvenuto in Francia. Così come sarà applicata , in Italia la Tobin Tax arrecherà dunque diversi disagi a molti operatori finanziari, che saranno costretti a chiudere la loro posizione in giornata qualora non volessero pagarla. Si tratta tra l’altro di un’imposta iniqua, in quanto parte dal presupposto che occorre versare l’imposta stessa qualunque sia il risultato, positivo o negativo, conseguito. La Tobin Tax si paga infatti a prescindere dal fatto che la posizione sia o meno portata in ‘gain’, cioè alla riscossione di un profitto. E’ quindi un fatto anomalo e del tutto assurdo, come e’ assurdo il fatto che in Europa siano in due gli stati in cui essa viene applicata”.
(Pietro Vernizzi)