Un messaggio diretto che non lascia spazio a dubbi e fraintendimenti: a seguito di una pesante incertezza politica, emersa dalle elezioni di fine febbraio, e dopo il taglio al rating del credito disposto da Fitch, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, fa sapere che se l’Italia smetterà di proseguire sulla via delle riforme ne pagherà le conseguenze sul piano economico, senza poter sperare in aiuti della Banca Centrale Europea. “Se in Italia protagonisti importanti della politica discutono di una marcia indietro sulle riforme o addirittura sull’uscita dell’Italia dall’euro e come conseguenza aumenta lo spread dei titoli italiani – queste le parole di Weidmann – allora ciò non può e non deve essere un motivo per interventi della Banca centrale”. “I cittadini ed il governo – avverte ancora – decidono sulla linea della politica nazionale e devono sopportarne le conseguenze”. Analizzando l’attuale situazione dell’eurozona, il presidente della Buba non è affatto convinto che il peggio (come in molti hanno sostenuto nelle ultime settimane) sia ormai passato: secondo Weidmann è infatti “ingannevole e problematica l’impressione che tutto sia tornato a posto solo perchè la situazione sui mercati finanziari si è calmata”. “Noi abbiamo sempre sottolineato che la crisi dell’euro sarà superata quando saranno stati risolti i problemi strutturali, soprattutto la mancanza di competitività e l’elevato indebitamento”. Infine il presidente della Bundesbank avverte la politica di non interferire eccessivamente nell’azione indipendente delle banche centrali: “Questa tendenza verso l’influenza della politica – ha detto – non si limita solo all’Eurozona, ma è un problema mondiale”. 



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