Il prelievo forzoso sui depositi bancari non ci sarà. Il Parlamento di Cipro ha bocciato indiscutibilmente (con 36 voti contrari, 19 astenuti e nessuno favorevole) il controverso piano di salvataggio presentato nei giorni scorsi dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale che prevedeva di riscuotere 5,8 miliardi di euro dai conti correnti ciprioti. Il voto contrario rimette adesso in discussione l’aiuto economico di 10 miliardi di euro di cui l’isola ha assolutamente bisogno per ricapitalizzare le proprie banche. Bruxelles, dopo aver preso atto della decisione del Parlamento, ha ribadito la sua offerta a Cipro: “Prendo nota della decisione del Parlamento cipriota che riguarda la proposta del governo per un prelievo forzoso straordinario – si legge nel breve comunicato che porta la firma del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsslbloem – Confermo che l’Eurogruppo è pronto ad aiutare Cipro nei suoi sforzi di riforma e ribadisce la sua offerta presentata lunedì”. Intanto il ministro delle Finanze di Nicosia, Michalis Sarris, è arrivato a Mosca dove spera di ottenere l’estensione del credito da 2,5 miliardi di euro accordato nel 2011 e superare così il rischio bancarotta: “Spero che l’accordo si raggiunga già oggi”, ha detto. Commentando la vicenda, il ministro delle Finanze austriaco, Maria Fekter, ha avvertito che un eventuale fallimento di Cipro “sarebbe un danno all’immagine dell’intera Eurozona e un danno all’economia reale di Cipro. Una bancarotta – ha aggiunto – avrebbe effetti più catastrofici di un prelievo una tantum sui depositi dei risparmi”.