Dopo il redditometro ecco l’Anagrafe dei rapporti finanziari per stanare gli evasori. Sotto la lente del Fisco conti correnti, depositi, ma anche contratti derivati, fondi pensioni e acquisti di oro e preziosi. Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, ha firmato il provvedimento che rende operativo lo strumento. Ilsussidiario.net ha chiesto a Paolo Costanzo, di professione commercialista, di entrare nel merito, spiegando le modalità di controllo e dando anche alcuni consigli utili.
Che cos’è questo strumento?
È uno strumento che l’amministrazione finanziaria ha assunto al fine di individuare delle anomalie tra quelli che sono i movimenti finanziari dei contribuenti e quanto viene dichiarato al Fisco.
Quali dati controllerà?
Sicuramente i conti correnti, i conti depositi titoli, le gestioni patrimoniali, i rapporti fiduciari, le carte di credito, le operazioni extraconto, le cassette di sicurezza. Questi saranno oggetto di verifica, di matching con le dichiarazioni fiscali.
Insieme ad altri strumenti, penso al redditometro, si aggiunge un ennesimo controllo per i contribuenti. Qual è il rischio?
Che ci possano essere arbitraggi perché ci troviamo di fronte a un’amministrazione affamata di denaro. In realtà, però, questo strumento non può essere utilizzato per suffragare quello che deriva dal redditometro. Sicuramente si aggiunge ad altri strumenti di accertamento, ma non deve, così dice la legge, utilizzare in combinazione con il redditometro.
Quindi, come funzionerà?
Sostanzialmente si tratta di segnalare delle anomalie tra quelle che sono le dichiarazioni dei redditi e quelli che sono i movimenti di denaro o titoli che un contribuente ha realizzato in un certo anno. Dovrebbero, quindi, fare una somma tra quello che è un saldo di inizio e fine anno, compresi i movimenti di acquisti e vendite, entrate e uscite. Laddove si verifica un’anomalia rispetto alla dichiarazione scatta il confronto con il contribuente.
Cosa può fare insospettire e indurre l’Agenzia delle entrate a effettuare dei controlli?
I risultati delle dichiarazioni dei redditi palesano che il fenomeno dell’evasione è diffuso. Se una persona dichiara 20mila euro e ha movimenti bancari in entrata e uscita per 100mila euro è un’anomalia. È vero che può derivare da un’eredità o una vincita alla lotteria, ma può derivare anche da altri fenomeni, il Fisco chiederà, dunque, dei chiarimenti.
Oggi ci sono tanti strumenti per scoraggiare gli evasori fiscali. Secondo lei servono? O sono troppi?
Il rapporto tra Fisco e contribuente dovrebbe essere improntato diversamente, ci vorrebbe una semplificazione, se le norme fiscali fossero facilmente interpretabili penso che il Fisco potrebbe essere molto più umano nei confronti dei contribuenti. Non è sicuramente un accavallare di norme o il cambiarle continuamente che può risolvere il problema dell’evasione.
E come si risolve?
L’evasione si risolve con un fisco semplice, con poco spazio a interpretazioni, che farebbero venir meno fenomeni elusivi che di fatto sono quelli che creano più ricchezza al nostro Paese. Ci vuole un Fisco semplice che non obblighi un cittadino ad andare dal commercialista per qualsiasi cosa. C’è grande preoccupazione: abbiamo uno Stato che appesantisce le nostre imprese con adempimenti a volte anche inutili, c’è scarsa fiducia nello Stato per come si comporta. Questa anagrafe ancora non è chiara. Non si capsce se andrà a colpire i conti cifrati che derivano dallo scudo fiscale: in questo caso sarebbe un andare a rinnegare una premessa fatta a suo tempo.
Quando conosceremo i primi dati?
Il 31 ottobre 2013 verranno presentati i dati riguardanti il 2011, il 31 marzo 2014 i dati 2012 e poi a regime ogni 20 aprile dell’anno successivo verranno censiti i conti dell’anno precedente.
(Elena Pescucci)