La scorsa notte l’Eurogruppo ha raggiunto un accordo sul salvataggio di Cipro senza la necessità di una super-patrimoniale su tutti i depositi bancari come previsto in un primo momento: la Laiki Bank sarà chiusa e i suoi obbligazionisti privilegiati si faranno carico delle perdite; a essere penalizzati saranno inoltre i depositi con oltre 100mila euro. I mercati hanno accolto positivamente la notizia, salvo virare in negativo quando sono pervenuti dati e report preoccupanti sullo stato di salute delle banche europee. Ilsussidiario.net ha intervistato Francesco Forte, professore di Analisi economica ed ex ministro delle Finanze.
Come valuta le decisioni sul salvataggio di Cipro emerse dall’Eurogruppo?
L’aspetto positivo è la scelta di chiudere la banca con le difficoltà più gravi in modo da salvare gli istituti di credito sani. Resta però un aspetto che non posso condividere, e cioè che si tassano i depositanti per risolvere i problemi economici di Cipro, anziché introdurre un’imposta per tutti i contribuenti e tagliare le spese.
Come si può giustificare una scelta di questo tipo?
Questa tassazione patrimoniale a carico dei soli depositanti è una decisione incomprensibile. Tanto valeva proporre un’imposta straordinaria rateizzata sul patrimonio di tutti. Non escludo che negli anni passati i depositi bancari di Cipro abbiano usufruito di interessi elevati, i quali però erano stabiliti dal mercato come compenso per determinati rischi. Di fronte a una crisi finanziaria e del debito, si chiede di pagare a chi ha prestato dei soldi alla banca o allo Stato. Se si comunica l’idea che vadano sacrificati i guadagni fatti e non si debbano più portare i soldi in banca, si crea un precedente inaccettabile per l’Unione europea. Il governo italiano però anche questa volta tace.
Quale governo?
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, che pure fa parte dell’Eurogruppo, avrebbe dovuto fare sentire la sua voce. Il premier in carica, sia pure per l’ordinaria amministrazione, aveva il dovere di chiarire che non era favorevole a un’impostazione di questo tipo. Sarebbe inoltre importante che ciascun partito italiano dichiarasse esplicitamente, qualora nel nostro Paese si creasse un’analoga situazione di difficoltà, se anche da noi si adotterebbe il sistema di mettere le mani sui depositi bancari, o se si adotterebbe un sistema di distribuzione dei sacrifici che sarebbe più equo e più rispettoso del risparmio.
Quali conseguenze può avere il fatto di penalizzare i conti correnti al di sopra dei 100mila euro?
Questa scelta equivale a invitare a portare i capitali al di fuori dell’Unione europea, o a non lasciare più di 100mila euro in banca. Anche perché un cittadino potrebbe scegliere di destinare i suoi risparmi a dei fondi di investimento anziché lasciarli nei depositi bancari. Questa è la tradizione della tassazione patrimoniale a carico di coloro che sono definiti ricchi perché hanno più di 100mila euro, tra l’altro senza considerare nemmeno il patrimonio complessivo ma soltanto i singoli cespiti.
Sarebbe stato meglio se anche Cipro avesse introdotto l’Imu?
Si tratta di scelte che non sono poi così differenti tra loro, se non per il fatto che gli immobili non possono fuggire all’estero mentre i capitali sì. Ovviamente l’imposta sui depositi che sarà introdotta da Cipro è molto più gravosa dell’Imu, ma resta il fatto che tanto l’una quanto l’altra sono inaccettabili, anche se i tedeschi ne sono entusiasti in quanto serve loro per la propaganda elettorale. C’è però una certa incoscienza in operazioni di questa natura, al punto che sarebbe bene che l’Italia si dissociasse.
Resta il fatto che la situazione delle banche di Cipro è molto preoccupante.
La scelta che andava introdotta era del tutto diversa, e consisteva nello stabilire che la Bce deve sorvegliare le banche di tutta Europa. Fin dall’agosto 2011, in seguito alla crisi italiana, si è posto il problema dell’architettura bancaria europea ed era quello il momento giusto per introdurre i controlli della Bce. Se non lo si è fatto, ed è stata una scelta tragica, è perché la Germania si è opposta in quanto quei controlli le davano fastidio.
Quali sono state le conseguenze di questa scelta?
L’intero sistema perverso che si è creato in Europa ha a che fare con il fatto che non si sono volute controllare le banche e le loro speculazioni. Dopodiché si adottano degli espedienti grotteschi, contrari all’economia di mercato, come tassare i depositi bancari. Un piano che riflette una visione espropriativa che niente ha a che fare con l’economia di mercato e di concorrenza, ma soltanto con una disordinata economia capitalistica neo-mercantilistica. Non può essere questa l’Europa che desideriamo.
(Pietro Vernizzi)