Sono passate le elezioni e, dopo aver lasciato decantare l’ondata di trasmissioni e giudizi sull’evento, alla fine rimane l’amaro in bocca. Si ha la spiacevole sensazione che pure questa volta non cambierà nulla. Ed è un giudizio confermato dal fatto che l’unico tema che poteva starci a cuore, il ripristino della sovranità monetaria, seppur si sia affacciato timidamente in qualche discorso all’interno del Movimento Cinque Stelle, ora è scomparso dall’orizzonte politico. Ho pure la sensazione che tornerà fuori ogni tanto, per mettere un po’ di sale alla discussione politica o alla polemica politica, ma nulla di più.
Continua il quadro desolante di una totale mancanza di un piano strategico, di una visione politica. Tale mancanza è figlia di un’ignoranza culturale. L’altro elemento caratteristico di queste elezioni è infatti il successo di un partito che fino a ieri a livello nazionale non esisteva, insieme al record di astensionismo, su cui i commentatori hanno poco insistito. Magari perché normalmente i commenti erano in presenza di un politico e, qualsiasi fosse la parte rappresentata, l’alto astensionismo è un dato non certo positivo.
Ma dietro al successo del movimento di Beppe Grillo e al record di astensionismo c’è un altro elemento di grande rilevanza, che i miei lettori più fedeli hanno già iniziato a conoscere. Il dato evidente, soprattutto politicamente, è che vi è stata una clamorosa sottovalutazione delle potenzialità di successo elettorale del Movimento Cinque Stelle. E da cosa può essere dipesa questa valutazione errata? Dal fatto che il sistema elettorale, come tanti altri sistemi umani e tanti elementi presenti in natura, è frattale, cioè si comporta da elementi la cui rappresentazione ricade nella geometria frattale.
Ripeto per chi fosse a digiuno della materia (e giustamente sono tanti, con i frattali mica si mangia, fino a oggi!). Il frattale è un elemento geometrico. La caratteristica del frattale è quella di essere “fratto”, rotto, una discontinuità che interrompe una continuità. Come un gradino. Come un interruttore di luce: acceso o spento, non esiste una via di mezzo. In qualche modo, il frattale è il contrario del continuo, del cambiamento graduale. I frattali hanno tre elementi caratteristici di notevole importanza, ai quali aggiungiamo un’osservazione che viene dalla realtà.
Il primo elemento caratteristico è il fatto che la composizione di un grande numero di frattali non porta a un gigantesco frattale, ma al contrario porta a una figura che colpisce per la sua forma armonica. Proprio questo aspetto rese popolari i frattali negli anni ‘80, per opera dello studioso matematico che per primo li studiò, Benoit Mandelbrot. Il secondo elemento caratteristico dei frattali è che la funzione distribuzione sottostante (quella che distribuisce i valori, e alla fine crea in insieme armonico) è una legge di potenza. E che vuol dire in concreto? Vuol dire che non è una gaussiana, non è una legge di distribuzione normale, non si distribuisce “normalmente” intorno a un valore medio, ma favorisce gli eccessi. Gli eccessi sono la caratteristica peculiare delle distribuzioni a legge di potenza. Un esempio di eccesso è un partito che prima non esisteva e poi, alla sua prima volta a livello nazionale, prende il 25% dei voti. Il terzo elemento caratteristico dei frattali è l’effetto memoria. Infatti, i frattali sono elementi geometrici, ma il loro comportamento si manifesta nel tempo. E nel tempo, tali eccessi tendono a permanere, più a lungo di quanto si potrebbe desumere dal comportamento “medio”. E questo porta come conseguenza che uno degli indicatori più usati (e abusati per ignoranza) in tutte le analisi è sbagliato scientificamente e ingannevole, fortemente ingannevole. Questo è il motivo fondamentale per cui tanti sondaggisti hanno clamorosamente sbagliato i primi exit-poll (i primissimi davano il Pd al 38%). E se è sbagliata la media, sono sbagliati anche i risultati che vengono dalle quattro operazioni fondamentali (somma, sottrazione, moltiplicazione e divisione). Queste operazioni applicate sui dati di un ambiente frattale, forniscono una rappresentazione falsata della realtà.
Questi sono i tre elementi caratteristici dei frattali. L’osservazione che a questo punto voglio aggiungere è che la geometria frattale è straordinariamente presente in tutti gli elementi della natura e del nostro vivere sociale. La forma dei fiocchi di neve è frattale, e lo stesso vale per la chioma degli alberi, la forma delle nubi, la forma del cavolfiore, la ramificazione dell’estuario di un fiume, le ramificazioni del sistema circolatorio umano. Le fratture delle ossa sono frattali, ma lo sono pure le fratture del terreno in seguito a un terremoto. E pure gli anticorpi si legano a un microorganismo grazie alla loro compatibilità con la specifica dimensione frattale della superficie della cellula.
Ma tornando alle elezioni, perché queste sarebbero frattali? Perché il voto elettorale, cioè l’elemento di base della struttura in esame, è frattale. Io ho votato, ma le mie idee non coincidono al 100% con quelle del partito per cui ho votato. Potrebbero coincidere al 70%, e al 25% con quelle di un altro partito, e al 5% con quelle di un altro partito ancora. Ma io no posso distribuire il mio voto con queste percentuali. Dalle leggi che regolano il sistema, io sono obbligato a dare il 100% del mio voto a un solo partito e zero agli altri. Proprio come un gradino, il voto elettorale è un tipico esempio di frattale. Questo è il motivo per cui il sistema, essendo frattale, favorisce gli eccessi.
E per quale motivo la frattalità finora non si era manifestata? Perché una seconda condizione importante è la stabilità del sistema. Se il sistema è fortemente stabile, la frattalità incide poco, gli eccessi ci sono ma quasi non si vedono. Se invece il sistema diventa instabile (come nel caso di un sistema politico reso strutturalmente instabile da una forte crisi economica), allora gli eccessi della geometria frattale si manifestano in maniera esplosiva.
Nel caso di queste elezioni, l’alta percentuale di astensioni ha favorito l’eccesso (in termini percentuali) del successo (in termini numerici) del voto di un partito. Lo stesso meccanismo ora sta “nascondendo” dietro i numeri percentuali la grave perdita di voti degli altri due partiti maggiori. In altre parole, le percentuali ingannano, poiché le percentuali non sono altro che la somma dei voti di un partito diviso la somma dei voti totali. Ma come già detto, la somma, in un sistema frattale, non fornisce più un’indicazione adeguata della realtà.
Lo stesso vale per la crisi economica. La gravità di questa crisi non è solo la sua dimensione spaventosa, ma soprattutto l’ignoranza della genesi della crisi e delle sue dinamiche. La finanza è frattale, e ora è stata resa pure l’economia frattale (hanno finanziarizzato l’economia, e quindi). Non hanno capito che, togliendo solo mille euro al reddito annuale delle famiglie, hanno reso impossibile l’acquisto di nuove auto da parte di tante famiglie, per cui il mercato auto è crollato del 20%, e continua a calare, perché continuano a non capire e a proseguire nella stessa dannosa ricetta dell’austerità. Non hanno capito la frattalità dell’atto di compravendita, che è l’elemento base dell’economia, il mattone dell’edificio economico. Non hanno capito che, se ho 90 euro e le scarpe costano 100 euro, non posso comprarmi il 90% di quelle scarpe: non posso comprarle e basta. Ma con solo 10 euro in più posso comprarle. E questo rende l’atto di compravendita frattale e tutta l’economia soggetta a eccessi.
Questo è vero, tanto più è vero che l’economia dipende solo dall’atto di compravendita, che è frattale. Quindi, quanto più l’economia dipende solo dal libero mercato, senza alcuna correzione, tanto più la struttura frattale dell’atto di compravendita favorisce gli eccessi in economia, cioè le grandi ricchezze in mano a pochi e grande povertà per tutti gli altri. Lo ripeto: quanto più l’economia è in mano al libero mercato, tanto più favorisce gli eccessi. Ma secondo l’ideologia oggi dominante, questo non si può dire, poiché il libero mercato ormai è un dogma (e la sua religione, è la religione della moneta, o meglio la religione di Bankitalia, secondo un memorabile editoriale di quasi venti anni fa). E una fonte di ignoranza.
Questo è lo stesso motivo per cui sia il Fondo monetario internazionale che la Bce continuano a sbagliare le loro previsioni sul Pil. Questi hanno utilizzato un indicatore secondo cui il rapporto tra nuove tasse e variazione del Pil era pari a 0,5; per dieci miliardi di tasse in più, vi sarebbe stato un calo del Pil di cinque miliardi. Ora, a danno fatto, si sono accorti che invece tale indicatore non è più 0,5, ma 1,5. Cioè, un aumento di tasse di dieci miliardi porta a una diminuzione del Pil di 15 miliardi.
Il cuore del problema non è che ora tocca rifare i calcoli sulle previsioni del Pil, usando il nuovo valore corretto. Il cuore del problema è che tale indicatore varia nel tempo secondo una legge a loro ignota, e, causa la crisi e l’instabilità strutturale del sistema, lo farà in maniera eccessiva, imprevedibile per qualsiasi previsione effettuata con modelli “normali”. E il cuore del problema è che questa cosa non la sa nessuno (a parte voi, scusate se non siete nessuno!).
Capite perché non penso che cambierà nulla? O meglio, tutto cambia, i cambiamenti avverranno per forza. Ma non dipenderà, per ora, da questa classe politica, né dai banchieri che governano il sistema delle banche centrali. Quegli stessi banchieri che il genio matematico di Mandelbrot ha definito come “un gruppetto di anziani”, dei quali “non capiamo cosa fanno, né perché lo fanno”, poiché “le nostre conoscenze sono così limitate che non facciamo ricorso alla scienza ma agli sciamani”.
Come fare? Cosa fare? Prima di tutto dovremo cambiare noi: stiamo già cambiando, anche solo leggendo questo articolo e imparando qualcosa di nuovo (per chi vi ha trovato qualcosa di nuovo). E dovremo essere coscienti di questo cambiamento. Il Movimento Cinque Stelle ha avuto successo, ma non è nato ieri, è un fenomeno che dura da tempo. Di questo dobbiamo essere coscienti. Non importa la grandezza dell’inizio, ma la coscienza che il cammino è lungo, per cui occorre essere preparati a durare nel tempo. Questo è il motivo per cui ho continuato a scrivere articoli su queste pagine in questi anni, fruendo della generosa ospitalità della redazione.
Come affrontare gli eccessi frattali, così presenti nella finanza come in tanti aspetti della natura e della dinamica dei rapporti economici e sociali di una popolazione? Cosa c’entra la struttura frattale della finanza e dell’economia con la crisi economica e con il ripristino della sovranità monetaria?
Magari affronteremo l’argomento in un prossimo articolo.