Il 65% delle famiglie italiane ritiene che il proprio reddito sia inferiore al necessario, mentre è aumentata anche la quota di coloro che hanno un reddito insufficiente a coprire i consumi. A lanciare l’allarme è Bankitalia che, in due diversi studi, fa sapere che la crisi colpisce in particolar modo giovani e affittuari: “A conferma del disagio espresso dai nuclei familiari – si legge nel rapporto – nel 2010 è aumentata al 65% la quota di quelli che valutano il proprio reddito inferiore a quanto ritenuto necessario. L’incremento è più diffuso per i nuclei che vivono in affitto, in cui il capo-famiglia è operaio oppure disoccupato, pensionato, impiegato a tempo parziale”. Dallo stesso studio emergono inoltre chiari segnali di difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare la quantità di risorse desiderata, in presenza di una marcata contrazione del reddito disponibile e del contestuale obiettivo di contenerne l’impatto sul proprio tenore di vita. Da quando la crisi è iniziata, si legge ancora, “è aumentata la disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. Nel 2010, il 9% delle famiglie italiane aveva un reddito basso e, in caso di perdita del lavoro, una ricchezza finanziaria sufficiente per vivere a livello della linea di povertà per appena sei mesi. Fra i giovani la percentuale è il 15% mentre sale al 26% per gli affittuari”. La crisi economica ha inoltre “comportato una riduzione della propensione al risparmio delle famiglie italiane. Tra il 2008 e il 2010 il tasso di risparmio delle famiglie consumatrici è sceso dal 12,1 al 9,7% del loro reddito disponibile lordo. Nel 1991 il tasso era più del doppio, pari al 23,8%”. E’ per questo motivo che molte famiglie “non riescono a risparmiare. La percentuale di nuclei con reddito inferiore ai consumi è aumentata di quasi tre punti fra il 2008 e il 2010 fino a raggiungere il 22%”.