Anche il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha commentato l’esito delle elezioni italiane nella conferenza stampa successiva al consiglio direttivo dell’Eurotower: “I mercati sono meno spaventati dell’esito del voto in Italia dei politici. E se guardate agli effetti di contagio della breve fiammata di tensioni dei mercati seguita alle elezioni in Italia sugli altri Paesi è stata limitata. Questo è un altro segno positivo”. Secondo Draghi i mercati “capiscono che viviamo in democrazia, siamo 17 Paesi, con elezioni locali e generali. Questo fa parte della democrazia che ci sta cara a tutti”. Come si può riscontrare, ha poi aggiunto, “dopo una prima euforia seguita nell’immediato alle elezioni, l’entusiasmo ora è rientrato al livello precedente”, sottolineando che “l’esito delle elezioni italiane e altri fattori come la spinta francese a una monetizzazione del debito da parte della Bce, non hanno alcun impatto sull’unità di intenti dell’Europa verso le riforme”. L’Italia, come anche gli altri Paesi, “deve continuare il percorso delle riforme strutturali, unico modo per riportare la crescita, e capitalizzare sul consolidamento di bilancio ottenuto”. Senza voler neanche rispondere a una domanda sull’ipotesi di referendum in Italia per uscire dall’euro e facendo sapere che nell’Eurozona sono previste ben 34 elezioni in soli 3-4 anni, Draghi ha comunicato che nel 2013 “l’attività economica dovrebbe iniziare a registrare una stabilizzazione nella prima parte dell’anno e una crescita dovrebbe esserci nella seconda metà dell’anno”, mentre “il risanamento deve far parte di un’agenda di riforme strutturali che puntino alla liberalizzazione del mercato dei beni e dei servizi, in modo da stimolare la creazione di posti di lavoro e creare un ambiente economico dinamico e competitivo”. La graduale ripresa, ha aggiunto, sarà legata “al rafforzamento della domanda globale e alla politica accomodante della Bce che dovrebbe continuare a sostenere la fiducia”.