«Ma davvero lei pensa che un fenomeno come quello di Beppe Grillo non sia stato previsto, osservato e in parte gestito? Non le sto dicendo manovrato, ma previsto e anche gestito. Alla fine, con questo pandemonio, anche in Italia si arriverà a una riforma istituzionale che non avrebbero mai fatto, costringendo i partiti a mettere mano a una piattaforma costituzionale». È un finanziere anonimo che parla, un grande finanziere, soprattutto un personaggio che frequenta e conosce i luoghi dove si decide il potere reale, non solo in Italia, ma nel mondo, sul grande mercato internazionale. In realtà, non volevo parlare di Grillo e di politica, ma di alcuni segnali che potrebbero ridare un po’ di ottimismo, insomma un sospiro di sollievo, rispetto alla crisi economica e alla recessione. Vengono notizie buone dalla Spagna, dove c’è stato un buon esito dell’asta dei decennali che rendono il 4,94%. Poi c’è l’agenzia Standard & Poor’s che aumenta l’outlook da negativo a stabile per il Portogallo. Persino in Grecia la disoccupazione si è fermata e segna una leggerissima discesa.
«Ma la situazione della Grecia – spiega il nostro interlocutore – è quella di un Paese che è stato frantumato. La Grecia è scesa di quattro gradini almeno nel suo livello di vita. I sopravvissuti alla tempesta ora vivono tra le macerie, si adattano e alla fine anche le economie si stabilizzano. Anche perché le banche internazionali, sui conti con la Grecia, si sono messe a posto. Per quanto riguarda gli altri paesi, in questo momento i mercati sono poco interessati e per questa ragione non ci sono più ragioni di grandi giochi al ribasso contro i debiti sovrani. A proposito dell’Italia i giornali possono scrivere quello che vogliono, persino che Grillo spaventa i mercati, ma non è così. Quello che si dice dell’Italia sui mercati è che c’è una crisi dello Stato che alla fine si risolverà. Oggi gli operatori stanno comprendendo e aspettando quello che si sta preparando, cioè una nuova mega-bolla finanziaria».
In che senso, scusi?
Credo che le decisioni siano state prese tra settembre e ottobre dello scorso anno. Le banche centrali stanno letteralmente inondando di liquidità il mercato e, curando ovviamente i dettagli, penso che si uscirà nel giro di due anni da questa crisi. I problemi sono legati soprattutto a come controllare la crescita dell’inflazione.
Da come lei parla sembra che la politica, al posto di riprendere il posto che gli compete, sia del tutto ininfluente e marginale rispetto a queste grandi decisioni.
La politica sta perdendo da molto tempo il suo peso e il suo ruolo. Ora è completamente ininfluente, perché, dopo le accuse fatte alla finanza nel 2008, non hanno calcolato la risposta della finanza, delle banche, che stanno preparandosi a governare completamente il mercato internazionale. Non voglio esprimere un giudizio su tutto quello che è avvenuto e sulle soluzioni che si stanno prendendo, ma guardando questi protagonisti della politica mi sembra che una soluzione del genere sia la meno dannosa.
Mi sta dicendo che si sta preparando una megabolla, che stanno inondando di liquidità il mercato. Tutto questo porterà anche vantaggi all’economia reale?
Non faccia queste distinzioni tra finanza ed economia reale, sono ormai anacronistiche, da almeno un secolo. Si tornerà a crescere attraverso questa grande bolla, si tornerà a respirare, a stare meglio, preparandoci ovviamente a gestire una futura crisi. Il meccanismo è questo e non si può lasciarlo in mano alla politica, perché politici e operatori dei mass media non ci capiscono nulla.
Fa un certo effetto la concitazione del dibattito politico italiano rispetto a quello che invece si sta realizzando.
Indubbiamente ritengo che faccia effetto a molti. Ma la realtà è ben diversa da quella che viene scritta ogni giorno sui giornali.
Si può aggiungere una dichiarazione di Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, a questo colloquio con il finanziere anonimo: “L’Italia continuerà nella fase di risanamento del bilancio anche in mancanza di un governo nella pienezza dei suoi poteri. Gran parte degli aggiustamenti di bilancio continuano a essere in vigore come se ci fosse un pilota automatico”.
(Gianluigi Da Rold)