«Eccessi della finanza e utilizzo improprio di strumenti strutturati» hanno colpito il Monte dei Paschi di Siena «comportando gravi rischi per la liquidità della banca». Lo ha detto poco fa il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, parlando all’Accademia dei Lincei. E commettendo in una sola affermazione almeno due imprudenze: poco accettabili per la sua funzione istituzionale e la sua onestà intellettuale. La prima è confondere le cause con gli effetti: Mps si è indebitato troppo e male perché ha comprato AntonVeneta dal Santander, non per fare turbofinanza “all’americana”. La seconda è che sia sulle acquisizioni di banche, sia sull’indebitamento delle banche in Italia vigila ancora la Banca d’Italia: sulle prime preventivamente, sulle seconde in tempo reale. Almeno così si suppone. Almeno così pensavamo fino al semidissesto del Montepaschi. La «legittimazione» delle banche centrali – ha detto d’altronde Visco – viene anche «dal rifiuto di assumere compiti esulanti dai propri ruoli primario». Meglio così: Visco – prima di candidarsi eventualmente a premier – ha ancora molto lavoro da fare in Via Nazionale.



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