E’ allarme conti pubblici: nuove possibili manovre economiche a partire dal 2015. La colpa è dell’Imu e della sua possibile cancellazione così come anche l’aumento deo moltiplicatori della rendita catastale. Tutto questo nel Def – Documento di economia e finanza approvato proprio ieri non risulta ma c’è poi da tenere anche conto della bocciatura dei nuovi ticket sanitari che costeranno allo stato due miliardi in più. L’allarme non riguarda solo il futuro: il nuovo governo potrebbe essere costretto a varare una nuova manovra già quest’anno. Ci sono anche le cifre, già prospettate: manovre per venti miliardi tra il 2015 e il 2017. Ma se l’Imu verrà cancellata come in tanti vogliono fare, ecco che si parla di manovre per la cifra astronomica di sessanta miliardi di euro. Intanto il responsabile economia del Pd Fassina e Pierpaolo Baretta relatore della finanziaria per il Pd annunciano una possibile manovra tra i 6 e gli 8 miliardi da fare quest’anno. Si tratta infatti di finanziare il rinvio della Tares, l’aumento dell’Iva anch’esso rinviato, la cassa integrazione in deroga, gli esodati, le missioni all’estero, i contratti di servizio con Anas, Poste, Ferrovie e il bonus del 55% per le ristrutturazioni green. L’unico modo per evitare questo quadro, spiega Fassina, è chiedere a Bruxelles una revisione del percorso di rientro. Un quadro preoccupante dunque. Lo sottolinea il vicedirettore della Banca d’Italia quando dice che l’Italia si trova nella crisi economica più grave dalla fine della Seconda guerra mondiale. 



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