«La scelta in extremis del governo Monti di rendere permanente l’Imu sulla prima casa è un colpo di coda politico che mira a sfidare Berlusconi e che rischia di compromettere la formazione di un governo delle larghe intese». Ad affermarlo è il professor Francesco Forte, dopo le modifiche al Documento di Economia e Finanza (Def) introdotte dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. In pratica, nel prevedere gli scenari di bilancio per i prossimi anni, il Def formulava due ipotesi alternative: una in cui l’Imu rimaneva in forma sperimentale fino al 2014, un’altra in cui era convertito in misura permanente. Bankitalia aveva però “bacchettato” il governo, sottolineando che senza chiarire quale dei due scenari si sarebbe effettivamente verificato si finiva per creare ulteriore instabilità. A quel punto il governo ha aggiornato il Def, indicando come scenario di riferimento quello in cui l’Imu è confermato in modo permanente. Una scelta subito contestata da Renato Brunetta, secondo cui “la correzione fatta dal governo Monti è ininfluente. Spetterà al nuovo governo decidere. L’abolizione dell’Imu sulla prima casa e la restituzione di quanto pagato nel 2012 sono per il Pdl una condizione dirimente perché nasca il governo”.
Professor Forte, la scelta di modificare il Def è puramente tecnica?
No, da un punto di vista politico questa scelta significa che il governo Monti ritiene che l’Imu sulla prima casa debba rimanere. La decisione di Monti è provocatoria, perché poteva lasciare che questa decisione fosse presa dal prossimo governo. Il premier ha però voluto sfidare Berlusconi, uno dei cui principali punti programmatici è proprio la modifica dell’Imu. Ciò rende ovviamente più difficile la formazione di un governo di coalizione. Finché l’imposta restava sperimentale, era più facile modificarla. Monti, che dovrebbe guidare un governo di coalizione ed essere super-partes, in realtà non lo è.
Non vorrà sostenere che l’Imu è di sinistra?
Esattamente, non a caso a suggerire di introdurre l’Imu era stata la sinistra. Ora il consiglio dei ministri ha deciso di renderla permanente. Da un punto di vista giuridico che l’Imu sia permanente o sperimentale non cambia nulla, e mi domando quindi se la Banca d’Italia fosse in buona o in mala fede nel sostenere la necessità di renderla permanente. Se in una legge c’è scritto che è sperimentale, ciò non vuol dire affatto che quella legge decada da sé. Al contrario rimane in vigore per sempre, a meno che il Parlamento la abroghi. Lo documenta il fatto che esistono leggi transitorie rimaste in vigore dall’epoca del governo Badoglio.
Ma la battaglia del Pdl contro l’Imu sulla prima casa non è pura demagogia?
L’Imu sulla prima casa è stata introdotta dal governo Monti proprio per dimostrare che nel 2008 Berlusconi aveva abolito l’Ici per ragioni puramente demagogiche, e che era stato questo a permettergli di vincere le elezioni. In realtà, dietro la questione dell’Imu c’è un’opzione ideologica fondamentale.
E sarebbe?
Gli italiani che sono proprietari di un alloggio, cioè il 70% delle famiglie, costituiscono la maggioranza della base dei consensi del centrodestra. Il Pdl si è convinto del fatto che il rispetto per il piccolo risparmiatore che si è fatto la casa fosse un elemento importante del suo programma politico. Per un elettore, il fatto che la sua casa sia o meno tassata è qualcosa che può fare la differenza.
E in tutto ciò lei vede dei profondi significati simbolici e ideali?
Il punto è che c’è un partito, il Pdl, che vuole tutelare chi riesce a farsi una casa, magari faticando per una vita per lasciarla ai suoi figli quando si sposano e hanno un bambino piccolo. A questo si contrappongono la sinistra del Pd e il Movimento 5 Stelle, secondo i quali bisogna tassare chi ha una casa grande o ricca, favorendo invece chi non ha un alloggio.
E quindi?
Si tratta di una divisione politica e simbolica significativa tra il piccolo risparmio e il proletariato, tra chi vuole tutelare le famiglie e chi invece è un fautore delle coppie gay e della libertà di ciascuno di passare da un rapporto all’altro. Ritengo quindi semplicistica la tesi della Banca d’Italia, secondo cui rendere l’Imu permanente renderebbe l’Ue soddisfatta. Si tratta infatti di un atto simbolico che rende più difficile per il Pdl la partecipazione a un governo di larghe intese. Già il fatto che il centrodestra abbia sostenuto il governo Monti, il quale ha reintrodotto l’Imu sulla prima casa, ha rappresentato un tradimento della sua base elettorale. Di certo ora non può rifare lo stesso errore una seconda volta.
(Pietro Vernizzi)