Secondo Moody’s «il mandato del nuovo esecutivo italiano determinerà la sua capacità di affrontare le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno per migliorare la propria affidabilità creditizia». Ne è convinto Dietmar Hornung, il responsabile dei rating sovrani dell’agenzia che, interpellato da Repubblica, ha spiegato come sarà necessario verificare se il nuovo governo sarà in grado di far fronte alle sfide più urgenti in tempi rapidi. Per il momento, le riforme non sono ancora state messe in cantiere e, la situazione resta difficile e occorrerà del tempo per capire se l’affidabilità creditizia del nostro Paese migliorerà o meno. Secondo il dirigente dell’agenzia, in particolare, finora non è possibile scongiurare l’ipotesi della necessità di un intervento del Fondo salva Stati o della Banca centrale europea. Se così fosse, si aprirebbero nuovi scenari, legati alla nostra capacità di onorare le condizioni che sarebbero imposte in cambio degli aiuti. Per l’analista, benché qualche passo in avanti rispetto alla riduzione del rapporto deficit/ pil lo faremo, i nostri margini per poter aumentare il debito sono estremamente limitati. «da quel ”quasi 130%” di oggi, che arriverà al 133% entro due anni in uno scenario di crescita modesta».