Nonostante l’intesa politica sia stata raggiunta, come spiegato ieri sera a “Otto e mezzo” dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, il governo ha deciso di rinviare di qualche giorno il provvedimento per la sospensione della rata di giugno dell’Imu. Intanto, come riporta dettagliatamente oggi Il Sole 24 Ore, numerosi comuni italiani hanno già predisposto diversi aumenti in vista dell’acconto del 17 giugno. Le nuove percentuali di tassazione sulle seconde case, infatti, hanno già riguardato una trentina di capoluoghi, in cui è stato deciso in tutta fretta di ritoccare le aliquote dell’imposta: nessuno di questi ha rivisto al ribasso l’aliquota ordinaria, mentre in cinque l’hanno aumentata fino al massimo consentito (cioè l’1,06% nel 2013): si tratta di Asti, Benevento, Cuneo, La Spezia e Treviso. Secondo il quotidiano economico, infatti, Asti ha alzato l’aliquota sulla prima casa allo 0,6% per le categorie catastali di pregio, mentre l’aliquota ordinaria sale all’1,06%. Diversa la situazione per i capannoni industriali, sui quali verrà applicata un’aliquota dello 0,76%. A Benevento si pagherà sulla prima casa lo 0,6%, mentre per l’aliquota ordinaria si sale anche in questo caso all’1,06%, cioè il massimo. Anche a Verona sale l’aliquota sulla prima casa che arriva allo 0,5% (fatta eccezione per chi convive con familiari disabili o gravemente malati, che pagheranno lo 0,3%), mentre a Treviso la tassa sulla prima casa rimane invariata, vale a dire allo 0,4%. Sale però quella ordinaria fino allo 0,87%. A La Spezia il rincaro riguarda l’aliquota ordinaria, che arriva all’1,06%, mentre Frosinone ritocca fino al massimo consentito dello 0,6% quella sulla prima casa (anche in questo caso è prevista una detrazione per chi vive con un invalido). Pochissimi i casi in cui l’aliquota è stata diminuita, che riguardano solamente Bologna (dove è stata tagliata per il gruppo D l’aliquota dall’1,06% allo 0,96%), e Vicenza (scesa allo 0,76%).