Equitalia sceglie la linea soft. Tutto è nato da una lettera di un imprenditore pubblicata su La Gazzetta del Mezzogiorno che aveva raccontato di aver ricevuto 11 raccomandate tutte in una volta. Equitalia, l’Agenzia delle Entrate e l’Inps lo stavano vessando con una serie di cartelle esattoriali e l’uomo non ce la faceva più. Da diversi anni non era in grado di ossequiare i propri debiti, mentre questi aumentavano. Aveva pensato di rivolgersi a qualcuno, magari un avvocato tributarista. Ma gli avvocati costano, e nel frattempo, i debiti sarebbero aumentati. Soffocato dall’angoscia, l’imprenditore aveva fatto sapere che, probabilmente, non gli restava altra via che il suicidio. Prima di togliersi la vita, però – aveva scritto nella lettera – avrebbe scritto un bigliettino in cui avrebbe fatto nomi e cognomi di coloro che riteneva colpevoli del suo gesto. Ebbene, l’amministratore delegato ei Equitalia, Benedetto Mineo, ha inviato una circolare ai direttori della società, invitandoli a «rafforzare il dialogo con i cittadini e valutare caso per caso, persona per persona». Mineo ha, inoltre, spiegato che «non possiamo permetterci un comportamento non adeguatamente orientato alla sensibilità». Non è finita qui: Mineo ha raccontato di aver chiamato il giornale e, una volta rintracciato l’indirizzo dell’uomo, di aver inviato un funzionario per consegnarli la missiva. «La cosa che più ci interessava, in quel momento, era stare vicino a quell’uomo affinché non si sentisse abbandonato dalle istituzioni».



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