L’Ocse ha accolto con favore il nuovo governo, ed è convinto che il suo ambizioso programma possa ridurre i rischi di rallentamento dell’economia. Potrebbe, in sostanza, fare uscire l’Italia dalla crisi già nel corso del 2013. Resta il fatto che, per il momento, le stime sono state riviste al ribasso. Finora, il Pil si contrarrà dell’1,5%, contro l’1% previsto nell’outlook del novembre scorso. Inoltre, gli effetti dell’insieme di interventi ipotizzati da Letta sortiranno benefici in tempi non immediati, a causa del sentimento di sfiducia tuttora diffuso, che dovrà nel frattempo riassorbirsi. Per questo, non sarà possibile ridurre il livello complessivo del carico tributario. Tuttavia – suggerisce l’organizzazione – è possibile compiere un’altra operazione: eliminare le agevolazioni fiscali che non hanno ragione di esistere in modo da allargare la base imponibile e, di conseguenza, poter ritoccare leggermente le aliquote lasciando il gettito invariato. In ogni caso, avverte l’Ocse, per bocca del capoeconomista Pier Carlo Padoan, se sforeremo il tetto del 3% del rapporto deficit/ pil «qualcosa bisognerà fare. E’ fondamentale uscire dalla procedura di infrazione». Padoan, in particolare, si è detto convinto che in caso di uscita dai parametri di Maastricht si renderebbe necessaria una manovra correttiva.



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