Nel dramma generale sembra aprirsi un lieve spiraglio, ma è ancora poca cosa. Nel mese di marzo, come riporta l’Istat, il fatturato dell’industria è nuovamente crollato: l’indice ha fatto registrare una flessione dello 0,9% su base mensile e del 7,6% su base annua, il quindicesimo arretramento tendenziale consecutivo e il più ampio da ottobre 2009. Le uniche buone notizie giungono dagli ordini, in rialzo dopo quattro mesi negativi grazie a un +1,6% rispetto a febbraio, ma resta il fatto che il bilancio tendenziale, in costante crisi, fa segnare una contrazione del 10%. L’Istat comunica inoltre che gli indici destagionalizzati del fatturato segnano cali congiunturali per l’energia (-5,9%), per i beni intermedi (-1,2%) e per i beni strumentali (-0,2%), mentre sono in aumento i beni di consumo (+0,4%). L’indice grezzo del fatturato scende, in termini tendenziali, del 10,7%: il contributo più ampio a tale diminuzione viene dalla componente interna dei beni intermedi. L’unico incremento tendenziale del fatturato si registra nel settore e della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, app. elettromedicali, app. di misurazione e orologi (+5,2%), mentre la diminuzione più marcata riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-20,8%). Come dicevamo, nel confronto con il mese di marzo 2012, l’indice grezzo degli ordinativi segna una variazione negativa del 10%: l’unico aumento si registra nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+1,0%), mentre il calo più rilevante si osserva nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti) (-17,6%).