Una volta uscita dalla procedura europea per deficit eccessivo, l’Italia potrà permettersi di aumentare il proprio indebitamento sul Pil per il 2014 al 2,9%. A confermarlo è il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero, le cui parole sono state recentemente riportate dall’agenzia Reuters: “Il limite del 3% è nel trattato. Per gli stati nella parte preventiva, sotto il 3% e senza procedura, esiste la possibilità di effettuare investimenti produttivi”, ha detto il ministro, a cui poi è stato chiesto, durante un briefing con i giornalisti a Bruxelles, se il nostro Paese intende avvalersi nel 2014 dello spazio di manovra reso possibile dall’uscita dalla procedura. “Esiste un margine anche per misure nazionali. Attualmente c’è un tetto del 3%, ma anche spazio di manovra abbastanza importante (nel 2013 avremmo avuto 2,4% ma questo sale a 2,9% per parte crediti a imprese). Ci potrebbe essere spazio di manovra per investimenti pubblici o per altre forme di investimento che possano essere via via identificati”. Uno scenario simile lo aveva ipotizzato già su queste colonne il professor Mario Deaglio, docente di Economia internazionale presso l’Università di Torino (clicca qui per leggere l’intervista), secondo cui “se rientriamo dalla famosa procedura di infrazione europea, potremmo disporre di un più ampio margine di liquidità, visto che verrebbero meno alcune spese che oggi l’Europa ci chiede. Allo stesso modo, questo governo dovrebbe fare il possibile per sfruttare al meglio i fondi europei, visto che finora non siamo mai stati in grado di gestire le varie gare europee. In tempi recenti qualche miglioramento c’è stato, quindi si può presumere che la questione verrà affrontata con una maggiore convinzione. Come dicevo, però, uscendo dalla procedura di deficit recessivo ci verrà concesso di slittare di due anni il pareggio di bilancio, come è stato permesso anche a tutti gli altri Paesi, come Francia, Irlanda e Portogallo”. Questo, ha aggiunto Deaglio, “renderebbe meno gravoso il vincolo di liquidità del governo, quindi potremmo spendere di più. Probabilmente in questo modo non ci sarà neanche il bisogno di sforare il tetto del 3%, visto che la remissione della procedura ci fornirebbe delle risorse aggiuntive a fronte di minori spese”.



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