La Commissione Ue sarebbe pronta a proporre ai 27 di chiudere la procedura di deficit eccessivo, accompagnando la decisione con l’invito nei confronti dell’Italia di andare avanti sulla strada del risanamento dei conti pubblici. Questo è quanto emerge dalla bozza del documento con le “raccomandazioni” Ue che dovrebbe essere approvata mercoledì prossimo dalla Commissione europea. Un’eventuale chiusura della procedura d’infrazione per deficit eccessivo potrebbe sbloccare circa 12 miliardi di investimenti da destinare però a specifici settori, come quello delle infrastrutture. Non si tratterebbe quindi di un vero e proprio “tesoretto”, perché, come recentemente confermato su queste colonne da Ugo Arrigo, professore di Finanza pubblica presso l’Università Bicocca di Milano, “questi fondi sono legati sempre a programmi specifici, proprio come le opere pubbliche, e sono vincolati al settore di destinazione e ad alcune regioni in particolare, visto che non tutte possono concorrere ai programmi previsti”. Un piccolo margine, però, ci sarebbe: “Di fatto abbiamo indicato per l’anno corrente un disavanzo del 2,9% di cui lo 0,5% per il famoso pagamento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese”, ci ha spiegato ancora Arrigo. In sostanza, “mezzo punto percentuale di Pil lo useremmo per pagare qualcosa che è già stato acquistato in passato. La mia proposta è quindi quella di fare una rettifica nel bilancio pubblico e di ricollocare questa spesa negli anni in cui è stata fatta. Questo farebbe aumentare il disavanzo degli anni scorsi, ma farebbe anche abbassare quello ipotetico del 2013”. In questo modo l’Italia potrebbe disporre di circa 8 miliardi di euro “per coprire gli alleggerimenti fiscali”.