Secondo il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, l’uscita dalla crisi è un’eventualità concreta. Intervistato da Repubblica ha fatto, anzitutto, presente che la chiusura dalla procedura di infrazione per lo sforamento del limite del rapporto deficit/ pil è la «precondizione perché in Europa si cambi il segno delle politiche economiche». Resta il fatto che, in Europa, il clima sta cambiando. Grazie anche al fatto che la crisi ha iniziato a colpire anche la Francia che quest’anno crescerà solamente dello 0,1 per cento. Di certo, precisa Lupi, occorre continuare ad essere seri. Tuttavia, è ormai chiaro pressoché a tutti che il solo rigore produce recessione, e l’Italia è salita finalmente su un treno per la crescita di cui non è l’ultimo vagone. In tal senso, sarà possibile spendere. E i soldi ci sono: «ci sono 73 miliardi per i prossimi dieci anni da destinare ad investimenti in infrastrutture europee». A queste potrebbe essere applicata la golden rule. Significa che non sarebbero calcolate nel computo del deficit. «L’Europa ha bisogno di politiche per la crescita e ormai siamo tutti convinti che il lavoro sia la priorità», sottolinea il ministro, facendo presente che si potrebbe, grazie alle opere infrastrutturali, ovvero costruendo strade, ponti, acquedotti, e scuole, «dar vita a 12mila posti di lavoro, senza considerare l’impatto sull’indotto».



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