Occupazione, interventi fiscali e semplificazioni. Prima della fine di giugno, il governo è intenzionato a varare il cosiddetto “decreto del fare”, come annunciato di recente dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, al termine del vertice di maggioranza a palazzo Chigi. “Dobbiamo fare bene, e fare presto. Le misure che saranno contenute nel decreto del governo servono a rafforzare la credibilità del nostro paese in Europa. Se facciamo la nostra parte, sarà più facile chiedere all’Europa di fare la sua”, ha commentato il premier Enrico Letta. Vediamo dunque nel dettaglio le otto misure che il governo si appresta ad attuare.
Come ribadito in più occasioni, il primo intervento dovrà riguardare il contrasto alla sempre maggiore disoccupazione giovanile: per questo l’esecutivo potrebbe finanziare con 400 milioni di euro il credito d’imposta sulle assunzioni dei giovani a tempo indeterminato. In forse ci sarebbe anche la riforma dell’apprendistato e quella del lavoro part-time.
– E’ previsto per venerdì prossimo il decreto legge pensato per semplificare alcune procedure amministrative, soprattutto per le imprese. In particolare, le maggiori semplificazioni dovrebbero riguardare il Durc (Documento unico di regolarità contributiva), le norme sulla sicurezza del lavoro e gli appalti.
Il governo dovrebbe mettere a punto misure ancora più stringenti per rendere più efficace ogni norma antievasione. In attesa del nuovo redditometro, anche la riscossione di tributi potrebbe essere pensata per guardare maggiormente alle esigenze dei contribuenti. Inoltre, come annunciato nelle scorse settimane, Equitalia riscuoterà i tributi locali fino alla fine del 2013, dopo di che toccherà direttamente ai Comuni.
Nonostante le richieste del Pdl, intenzionato a rispettare le promesse fatte durante la campagna elettorale, la rata dell’Imu è stata solamente spostata da giugno a settembre. Si saprà di più entro la fine di agosto, quando il governo, come annunciato, concluderà la revisione di tutta la tassazione sulla casa.
Dal primo luglio l’Iva aumenterà dal 21% al 22%. Come spiegato recentemente dal ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, si tratta di un rincaro che il governo vorrebbe scongiurare, ma per farlo servono altre risorse (circa 2 miliardi di euro solo per il 2013). L’aumento potrebbe quindi anche slittare, ma i soldi serviranno comunque.
In arrivo anche la nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti, ancora più cara per i cittadini rispetto alla Tarsu. Il governo dovrebbe farla rientrare nella riforma Imu, così da evitare almeno di andare a colpire le fasce più deboli della popolazione. Il rincaro sarebbe quindi ridotto in base al reddito percepito.
Oltre a chiedere a Bruxelles più flessibilità nell’utilizzo delle risorse erogate agli stati membri, l’Italia dovrebbe chiedere a breve alla Commissione Ue di dare il via libera ai fondi previsti dal programma “Youth guarantee”, per un totale di 6 miliardi nel periodo 2014-2020, di cui 400 milioni dovrebbero andare proprio al nostro Paese.
Non ci sarà l’aumento per 2 miliardi dei ticket sanitari dal 2014. Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervistata da Il Corriere della Sera. Resta il fatto che servono risorse, quindi il governo potrebbe attuare una riforma legata alla compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria, ovviamente commisurata al reddito. Ecco quindi entrare in gioco il cosiddetto “sanitometro”, un nuovo Isee (indicatore della situazione economica equivalente) pensato per tener conto del reddito e delle situazioni sanitarie dei cittadini.