Che il premier Enrico Letta goda della stima dei più ampi consessi internazionali, specialmente in ambito europeo, è fuori discussione. Ciò non significa, tuttavia, che all’estero non sia comunque ben nutrita la schiera dei suoi detrattori. Il Financial Times, per esempio, lo attacca senza remore in un articolo dal titolo “Letta’s lethargy“, ovvero la Letargia di Letta. Secondo l’autorevole quotidiano economico, il presidente del Consiglio italiano farebbe bene a darsi, in sostanza, una svegliata. Specialmente dopo il successo che il suo partito, il Pd, ha ottenuto alle elezioni comunali. Il problema è che da quando è stato nominato dalla guida del governo ha fatto ben poco. L’esecutivo, in particolare, per il quotidiano sarebbe paralizzato dall’impossibile trilogia di obiettivi. Ovvero, il premier intende «ridurre le tasse, aumentare la spesa sull’istruzione e, allo stesso tempo, rispettare gli obiettivi di deficit fissati da Bruxelles. Ma governare comporta scelte difficili». Resta il fatto che, il giovane capo della compagine governativa, sarebbe opportuno trarre spinta propulsiva da un altro fattore giudicato di per sé positivo, ovvero il ridimensionamento del Movimento 5 Stelle è un fattore positivo, in sé, e per il governo Letta: «Gli italiani vogliono soluzioni alla crisi economica. Fino ad ora, sembrano disposti a dare al signor Letta e al suo gabinetto il beneficio del dubbio. Il presidente del Consiglio, tuttavia, dovrebbe utilizzare questo tempo saggiamente».



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