La lotta sul futuro dell’euro arriva al cuore della Banca centrale europea. La Corte costituzionale tedesca si è riunita in questi giorni per deliberare su un eventuale limite massimo al programma Omt per l’acquisto di bond sovrani di Paesi a rischio voluto dall’Eurotower. In pratica la Bundesbank ha fatto ricorso di fronte alla Consulta di Karlsruhe con l’obiettivo di mettere in difficoltà la Merkel. L’effetto paradossale potrebbe essere che i magistrati tedeschi arrivino a bloccare un provvedimento deciso dalle istituzioni europee per salvare gli Stati in difficoltà. Ma il colpo di scena, si fa per dire, è arrivato quando Jorg Asmussen, del board della Bce, e Jens Weidemann, che rappresenta la Bundesbank all’interno dell’Eurotower, si sono espressi rispettivamente a favore e contro l’Omt. Ilsussidiario.net ha intervistato Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze.
Qual è la portata del giudizio sull’Omt dopo il ricorso della Bundesbank di fronte alla Corte costituzionale tedesca?
La Corte costituzionale tedesca giudica una questione in cui la competenza principale è della Corte di giustizia europea. Dal punto di vista giuridico la Consulta di Karlsruhe ha diritto a queste procedure, che per noi sono anomale, perché la Germania ha firmato il trattato di Maastricht con una clausola di riserva. In pratica, la Germania deve rispettare il trattato solo a condizione che per quanto riguarda l’euro si seguano delle regole di stabilità monetaria simili a quelle che si sono osservate per il marco.
Quali sono le conseguenze di questa clausola?
La Corte tedesca ha il potere di giudicare se il bilancio della Germania può contribuire o meno alle eventuali erogazioni che si dovessero fare. La Federazione ha firmato il trattato di Maastricht con riserva, e quindi la Germania ha un potere in più rispetto agli altri Stati Ue. Potrà quindi accadere che la Corte tedesca dica: “Noi pagheremo o contribuiremo all’Omt nell’ipotesi in cui la Banca centrale europea si comporti secondo certi parametri che noi indichiamo, e che sono quelli da non violare per rispettare la nostra clausola”.
Che cosa accadrebbe se la Corte tedesca si pronunciasse contro l’Omt?
Se la Corte tedesca dovesse giungere alla conclusione che la clausola non sia stata rispettata, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, si dovrebbe presentare alla Corte di giustizia europea per chiederle di pronunciarsi.
Che cosa ne pensa della spaccatura della Bce di fronte alla Corte costituzionale tedesca?
In realtà non c’è nessuna spaccatura all’interno della Bce. Jorg Asmussen, membro del board, ha rappresentato la posizione della Bce. Jens Weidmann è invece presidente della Bundesbank, che è socia della Bce in quanto quest’ultima è composta dalle banche degli Stati membri. Weidmann si è permesso di interferire con il board della Bce e quindi si è comportato in modo scorretto.
Che cosa c’è dietro a queste interferenze?
L’atteggiamento della Bundesbank di fronte alla Corte costituzionale indica chiaramente che è “catturata” dalle banche tedesche. Queste ultime hanno messo in atto la sceneggiata del ricorso alla Corte tedesca come una forma di ricatto nei confronti della Bce per l’unione bancaria, in quanto non vogliono che l’Eurotower controlli le banche. Siamo di fronte al fatto che il cartello bancario tedesco, che già finanziò Hitler, sta sostenendo una guerra contro l’euro.
Tirare in ballo Hitler forse è un po’ eccessivo…
Le ricordo che negli anni ’30 l’industria tedesca era finanziata dal cartello bancario, e furono loro che crearono il potere militare della Germania. Questo stesso potente cartello bancario, che non intende sottoporsi alla Banca centrale europea, mette in atto questo ricatto attaccando l’Eurotower.
Draghi ha realmente gli strumenti necessari per difendere l’euro, o è disarmato?
I poteri forti tedeschi, per quanto possano porre dei paletti, non sono in grado di impedire a Draghi di salvare l’euro. Il cartello tedesco al massimo può dire che il salvataggio della moneta unica non è di suo gradimento, ma non oserà mai ostacolare più di tanto il presidente della Bce. Dal punto di vista politico, la Germania cadrebbe in contraddizione perché l’autonomia della Banca centrale fa parte dei concetti della difesa della stabilità monetaria.
(Pietro Vernizzi)