“Dopo le incomprensibili e irresponsabili dichiarazioni di ieri del ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, finalmente è tornato un po’ di buon senso all’interno del Pd”. Così Renato Brunetta commenta le dichiarazioni, rilasciate nel corso di un’intervista ad Avvenire, del viceministro dell’Economia Stefano Fassina, secondo il quale “la linea resta una: evitare l’aumento Iva. Quel punto in più sarebbe un colpo terribile a un Paese piegato, a famiglie che faticano, a imprese che non ce la fanno”. Il capogruppo del Pdl alla Camera ribadisce quindi, nonostante le perplessità espresse di recente dai ministri Zanonanto e Saccomanni, “che ci sarà lo stop all’aumento dell’Iva. In queste ore – ha spiegato Brunetta – stiamo discutendo su come riuscirci, non sul se riuscirci. Sarà bene, per il futuro, che i ministri misurino con attenzione le proprie uscite per evitare confusione e incertezza. Su questo punto chiediamo al presidente Letta un maggior controllo rispetto alla sua compagine di governo”. Il “controllo” di cui parla Brunetta riguarda in particolare il ministro dello Sviluppo Zanonato, il quale ha chiaramente fatto sapere che “fra 16 giorni senza che il governo faccia nulla, visto che è stato un provvedimento già deciso dal precedente esecutivo, noi avremo l’Iva aumentata di un punto dal 21 al 22%. In questo momento soldi per evitare l’aumento dell’Iva nel bilancio dello stato non ce ne sono”. Sulla stessa linea anche il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni: “Se l’Imu dovesse essere eliminata definitivamente l’onere finanziario sarebbe di 4 miliardi di euro all’anno. Se a questo si aggiungono i 4 miliardi dell’Iva si deve ipotizzare la necessità di interventi di tipo compensativo di estrema severità, che al momento attuale non sono rinvenibili”.