Scatta per gli italiani l’ennesima gabella. Per gli effetti della legge 71/13, di conversione del decreto 43/13, dal 25 giugno sono aumentate le misure fisse delle imposte di bollo. Nel dettaglio, gli importi da 1,81 e 14,62 euro sono passati, rispettivamente, a 2 e 16 euro. Gli aumenti riguardano, in particolare, diverse operazioni compiute abitualmente dai più svariati soggetti. L’imposta pari, adesso, a due euro si applica alle fatture contenenti importi non assoggettati ad Iva, agli estratti conto o ad altri documenti di accreditamento o addebitamento per importi eccedenti al somma di 77,47 euro e alle ricevute o alle lettere commerciali presentate in banca per ottenere degli incassi, purché siano superiori a 129,11 euro. Sono molto più numerosi, invece, i documenti assoggettati all’imposta da 16 euro. Essi sono specificati nei primi tre articoli che disciplinano la tariffa. In particolare, l’imposta riguarda, per esempio, i documenti societari, quali i registri contabili o i libri sociali, le memorie, le istanze, gli atti autenticati da notai, i ricorsi rivolti ai tribunali amministrativi. L’aumento non riguarda gli atti finalizzati fino al 25 giugno, nonostante possano esser stati presentati in una data successiva ad un ufficio pubblico.



Leggi anche

Tassa passeggeri/ Ryanair contro il Governo: scelta illogica e dannosa (21 dicembre 2024)Bonus casa 2025/ Tutti gli interventi che restano (con detrazioni previste)