L’Europa continua a procedere verso l’unificazione bancaria. Oggi è stato raggiunto un accordo tra i ministri della finanze Ue. E’ partita la seconda fase del progetto volto a scongiurare i rischi di una nuova crisi finanziaria. In particolare, è stato raggiunto un compromesso relativo al salvataggio delle banche che rischiano di fallire. Un compromesso che il nostro ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha definito buono, spiegando che «contribuisce a spezzare il circolo vizioso fra il rischio sovrano e quello bancario». Il pacchetto di misure appena approvato dovrà entrare in vigore dal 2015 per giungere a regime nel 2018. Esso prevede, in particolare, che in caso di crisi bancaria sarà possibile costringere gli azionisti, gli obbligazionisti e parte dei correntisti a partecipare alla ristrutturazione. Restano completamente salvaguardati i depositi fino a 100mila euro. In particolare, l’accordo impone che un minimo dell’8% delle passività sia «scalpata» prima dell’attivazione dei fondi di salvataggio. E’, in sostanza, il meccanismo di salvataggio usato dall’Europa per salvare le banche di Cipro, salvo alcune sostanziali correzioni. L’accordo, prima di diventare effettivo, dovrà essere, in ogni caso, ratificato dal Parlamento Europeo.



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