Nei prossimi mesi le imprese italiane saranno probabilmente costrette a tagliare ulteriori posti di lavoro, oltre ai 539mila già persi dal 2007 al 2012. E’ per questo motivo che il Centro studi di Confindustria (Csc) ha messo nero su bianco le cinque misure che “un governo responsabile dovrebbe tradurre tempestivamente in linee d’azione”, un piano che richiede “scelte coraggiose e una strategia di rilancio della crescita attraverso una solida politica industriale”. A parlarne, è Fulvio Conti, vicepresidente del Csc, secondo cui è innanzitutto necessario attuare, come più volte ribadito anche da Giorgio Squinzi, tutta una serie di semplificazioni e un’importante sburocratizzazione. Solo così è possibile passare agli altri punti elencati, come il taglio dei costi per le imprese e un’azione sul costo del lavoro anche attraverso “un fisco più leggero”. Confindustria evidenzia dunque la necessità di “ridare liquidità all’economia, pagando i debiti della Pubblica amministrazione e sostenendo l’accesso al credito delle Piccole e medie imprese”, mentre il mercato del lavoro deve assolutamente essere reso “meno vischioso e inefficiente”, anche con “un patto generazionale” e una “incentivazione all’esodo”. Infine l’ultima parola chiave è “investimenti” in ricerca e innovazione, che vanno detassati, ma dovrebbero essere favoriti anche quelli pubblico-privati in infrastrutture materiali e non, anche ricorrendo “allo strumento del credito d’imposta”.