La Saipem, società per azioni facente parte del gruppo Eni, è stata condannata per corruzione internazionale nell’ambito di un presunto giro di tangenti in Nigeria. La sentenza, come previsto, è arrivata nel primo pomeriggio di oggi: i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano, presieduta da Oscar Magi, hanno condannato la società a una sanzione pecuniaria di 600 mila euro e hanno disposto la confisca di 24,5 milioni di euro. Sono state quindi concesse le attenuanti generiche previste dalla legge 231 del 2001, attraverso cui la sanzione amministrativa di 900mila euro, inizialmente richiesta dai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, è stata ridotta di un terzo. Gli avvocati difensori di Saipem, gli avvocati Angelo Giarda e Massimo Pellicciotta, hanno espresso “estrema meraviglia per l’esito totalmente sganciato dalle acquisizioni probatorie emerse in sede dibattimentale”, annunciando che aspetteranno “di leggere le motivazioni della sentenza” prima di impugnarla. Secondo l’accusa, i vertici dell’epoca di Snamprogetti avrebbero pagato ai politici nigeriani, tra il 1995 e il 2004, tangenti per 187 milioni di dollari per realizzare l’impianto di stoccaggio e trasporto del gas di Bonny Island nel sud del Paese.