I timori e i malumori degli italiani si sono fin qui concentrati, sul fronte fiscale, sull’Imu. Tuttavia, sta balzando in questi giorni agli onori della cronaca un nuovo balzello, pronto a breve a vessare gli italiani. Si tratta della Tares, la vecchia imposta sulla spazzatura rinnovata, destinata a coprire anche altri servizi comunali ma, soprattutto, maggiorata. Si pagherà dal 31 luglio e, per ogni metro quadrato è previsto un incremento di circa 30 centesimo rispetto alla tassa precedente, che andranno a beneficio dei Comuni e che si tradurranno in un maggior esborso di circa il 20-30% per ciascun cittadino. Oltre al danno, anche la beffa. A quanto racconta, infatti, Antonio Castro su Libero, un pizzaiolo pagherà mediamente più Tares di un banchiere. «Ristoranti, frutterie e supermercati o bar sborseranno in proporzione molto di più di un ufficio o di una filiale bancaria». Chi produce più rifiuti, infatti, paga di più. Per le attività produttive, secondo i dati di Confcommercio, i rincari potrebbero aggirarsi anche sul 3-400%. L’imposta, oltretutto, non tiene conto del fatto che alcune attività potrebbero fare la raccolta differenziata, trattandole alla stregua di chi non la fa.



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