Enrico Letta si era scagliato con durezza contro gli evasori fiscali e contro chi porta i capitali all’estero, facendogli presente che, rispetto a 5-10 anni fa, la situazione è cambiata, e che l’Italia non è più disposta a colpirli. Così, li aveva invitati a riportare i propri soldi in Italia. Confcommercio, in un recente studio, gli ha di fatto dato ragione, sottolineando come il sommerso economico italiano ammonti addirittura al 17,4% del Pil, ovvero 272 miliardi. Fatte queste premesse, non ci si aspetterebbe proprio che, in difesa di chi non è un evasore, ma si trova costretto a certi comportamenti, corra proprio Stefano Fassina, viceministro dell’Economia del Pd ed espressione dell’anima più di sinistra del partito. «Esiste un’evasione di sopravvivenza. Senza voler strizzare l’occhio a nessuno senza ambiguità nel contrastare l’evasione ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno», ha spiegato Fassina al convegno Confcommercio. Secondo lui, inoltre, è necessario scongiurare l’aumento dell’Iva e «contemporaneamente rivedere l’Imu». La sua proposta, ovviamente, si distanzia da quella del Pdl, che vorrebbe l’eliminazione totale, e prevede che l’imposta sia mantenuta sugli immobili di maggior valore. «Si potrebbe eliminare l’Imu prima casa per “l’85% delle famiglie» e destinare le risorse derivanti dall’imposta sul 15% a «interventi fiscali sui redditi più bassi, a sostegno dei consumi, o a sostegno della cassa integrazione in deroga».



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