“Rcs è strategica, non avremmo investito i soldi se non lo fosse”. Queste le parole di Sergio Marchionne, a margine dell’assemblea dell’Unione Industriale di Torino. L’amministratore delegato di Fiat ha commentato la recente sottoscrizione dei diritti di opzione nell’ambito dell’aumento di capitale che vede affermarsi il Lingotto come primo azionista al 20,1% e Mediobanca con il 15,14%. Terzo azionista è invece Diego Della Valle all’8,81%. Si aprirà invece mercoledì prossimo l’asta per l’inoptato, pari al 15%, per un impegno di sottoscrizione da 60 milioni, pari all’11,2% nel capitale post operazione. In caso di asta deserta, saranno le banche a intervenire per 49,4 milioni (pari al 12,3% dell’aumento, 9,2% del capitale post operazione). “Sono molto fiducioso sul futuro di Rcs ed è la ragione per cui abbiamo sottoscritto l’aumento di capitale e abbiamo deciso di fare di più”, aveva detto poco tempo fa John Elkann a margine di un convegno sul “capitalismo famigliare” in Bocconi. La Fiat, infatti, inizialmente aveva fatto sapere di essere disponibile a sottoscrivere la propria parte di aumento di capitale, pari al 10%, a cui si poteva aggiungere un altro 3% da raccogliere da altri soci del patto per garantire il positivo esito dell’operazione. Elkann, invece, ha scelto di ricoprire un ruolo di primo piano portandosi fino oltre al 20%.



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