I comuni hanno bisogno di soldi, si sa, e i tagli centrali dovuti alla crisi hanno reso questa esigenza ancora più pressante,. La stangata finale poi per le amministrazioni è arrivata con l’abolizione dell’Imu: le casse piangono, è una realtà.  Ecco allora che circa duemila comuni italiani aggiungono alla tassa del reddito delle persone fisiche, l’Irpef, una tassa locale con cui raggranellare nuove entrate. Si tocca in alcuni casi una punta massima dello 0,8% tassabile: significa che pagano tutti, non ci sono esenzioni previste ad esempio per le fasce più deboli. In altri comuni si pensa di ricorrere ad esenzioni. Tra l’altro, come fanno notare gli esperti del settore, questa addizionale è illegale e infatti quest’anno sarà l’ultima volta in cui potrà essere applicata, poi sarà vietato. Illegale perché ” la stessa tassa non può essere ripetuta a più livelli”c cosa che invece si fa proprio con l’addizionale Irpef. Va invece segnalato il caso del comune di Milano dove la soglia di esenzione è stata dimezzata, da 33.500 euro a 15mila. Inoltre il comune applica aliquote diverse a seconda del reddito: quelli da 75mila euro vengono tassati dello 0,8%, il massimo. Ma sono diversi comunque i comuni che applicano aliquote diverse a seconda del reddito ad esempio Arezzo dove vige una soglia di esenzione di 13500 euro. E c’è il caso Roma: qua si paga lo 0,9% addirittura, ma lo 0,5% va allo stato in quanto restituzione di aiuti pregressi, cioè concessi in passato e che vanno restituiti. Però, fa notare qualcuno, essendo lo 0,5% un po’ pochino per le casse della Capitale, è facile che si provveda ad aumentarlo. Altre grandi città infine non hanno ancora deciso quanto applicheranno: si tratta di Firenze, Napoli, Palermo, Venezia e Bari. 



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