Agenzie di tutela in ogni giurisdizione, “salvagenti”, “help consumatori” si danno un gran da fare per far da balia a chi sta sul mercato a fare la spesa. La politica, in tutt’altre faccende affaccendata, abdica a strutture terze il rapporto con questi poveri cristi. Già, la politica tutta, di destra, centro e sinistra, ha altro da fare. Per dovere istituzionale si occupa di redistribuire i redditi tra i percettori; si disoccupa di chi per ruolo quei redditi li spende! E da bravi, fanno a braccio di ferro tra chi sta con il capitale e chi con il lavoro.
L’epica tenzone, a uso degli elettori, viene però combattuta fuori tempo massimo. Sì perché il Novecento è finito l’altro ieri. Già, non rimarrà agli onorevoli signori molto spazio per accapigliarsi nel tempo della neonata “società dei produttori”, là dove le organizzazioni di categoria di imprenditori e lavoratori hanno deciso di fare la pace.
Alla politica toccherà sbirciare quel che accade dentro quella nuova ecumene dove stanno insieme chi, per essere competitivo sul prezzo sottoremunera il lavoro e chi, non potendo disporre di adeguato remunero per fare la spesa, avrà lavorato per produrre merci invendute che svalutano il proprio lavoro. Contraddizioni, insomma, grosse così!
Cavolo: due debolezze, seppur associate non fanno una forza e la politica messa all’angolo proprio da chi, per mettere la sordina a quel secolare contraddittorio, misconosce quella contraddizione. Cacchio, per non rischiare il “fuorigioco” istituzionale la politica dovrà fare altro, guardare altrove.
Uno spazio v’è. Tocca però cambiare i cavalli da cavalcare, non più quelli del capitale, né quelli del lavoro ormai imbolsiti. Toccherà a Lor Signori farsi promotori di un’istanza economica indifferibile che recita: chi si adopera nel quotidiano esercizio della spesa dovrà disporre della quantità idonea di reddito che consenta di acquistare quanto viene prodotto.
Toh, proprio quella spesa, insomma, che smaltendo l’invenduto evita l’eccesso, fa riprodurre, restituisce valore al lavoro, da spinta alla crescita e sana pure quella contraddizione. Già, proprio quella che ha generato la crisi.