A legislazione vigente il deficit è al 3,1% del Pil, ma l’impegno è di portarlo sotto la soglia del 3% entro la fine dell’anno in corso. Lo ha detto il premier Enrico Letta al termine del Consiglio dei ministri, durante il quale è stata approvata la nota di aggiornamento al Def (Documento di finanza pubblica) che contiene il programma nazionale di riforme per i prossimi anni. “L’interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell’instabilità politica pesa sui conti e per questo non siamo stati in grado di grado di scrivere oggi 3%”, ha spiegato il presidente del Consiglio, ma “qui dentro c’è anche l’impegno, confermato, a mantenere tutti i commitment presi con Bruxelles”. Nella nota di aggiornamento al Def emerge inoltre un quadro “che vogliamo indicare come un quadro positivo per il futuro – ha aggiunto Letta -. Ci sono elementi che ci consentono l’anno prossimo di avere stabilmente il segno più per la crescita e di avere a fine anno segnali già positivi”.



E’ stato poi assicurato che il governo manterrà lo scadenzario anche per quanto riguarda la Legge di stabilità: il 15 ottobre, ha fatto sapere il capo dell’esecutivo al termine del Cdm, “presenteremo la legge  che sarà il cuore dell’attività di governo e che scriviamo noi, senza costrizioni ma dentro gli impegni presi. Sarà questo il documento su cui vogliamo essere giudicati”. Durante la conferenza stampa, Letta ha voluto inolte respingere le accuse di chi pensa l’attuale governo abbia agito poco e male: “Dodici miliardi di interventi nel triennio che sono serviti e servono per rilanciare l’economia e far sì che il nostro Paese possa avere il segno più davanti agli indicatori giusti, vale a dire la crescita”. C’è quindi “un intervento molto significativo quest’anno: nel 2013 abbiamo fatto 1,7 miliardi di tagli alla spesa pubblica. E’ una scelta significativa, importante”, ha aggiunto il premier. Si è parlato infine di Iva: “Ne discuteremo con la nostra modalità, attenti alle cose concrete, alle cifre, ai dati”.

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