“La vittoria di Angela Merkel alle elezioni politiche in Germania non avrà sostanziali conseguenze per la politica economica europea. Cdu e Csu, i due partiti di centro risultati vincitori, non sono fautori di politiche euroscettiche. I rischi maggiori potrebbero venire non tanto dal voto, quanto dalla prossima sentenza della Corte costituzionale tedesca sulle Outright Monetary Transactions (Omt)”. Ad affermarlo è Ester Faia, professoressa di politica monetaria e fiscale alla Goethe University di Francoforte, che commenta così i risultati delle elezioni tedesche di domenica. La Cdu/Csu, con il 42,1% dei voti, stacca l’Spd ferma al 25,8%. Ma soprattutto, il partito euroscettico Alternative fur Deutschland (Afd) si avvicina alla soglia di sbarramento con il 4,9% dei voti.
Professoressa Ester Faia, ritiene che un ingresso nel Bundestag di Alternative fur Deutschland potrebbe avere conseguenze sullo spread di Italia, Grecia e Spagna?
Dagli ultimi exit poll sembra Alternative fur Deutschland non riuscirà a entrare nel Bundestag. Se queste previsioni dovessero essere smentite, sicuramente ci sarebbe uno spostamento a destra del quadro politico tedesco. Qualunque siano i risultati definitivi, si può escludere una prossima uscita della Germania dall’euro, anche se ci attendono comunque delle scelte del nuovo governo che riguarderanno l’Europa.
Che cosa cambierà per l’Europa con la Merkel che vede rafforzarsi il suo partito, anche se gli alleati liberali dell’Fdp non superano la soglia di sbarramento?
I singoli partiti non hanno dichiarato la loro posizione sulle prossime decisioni relative all’Europa, e quindi prima che si abbia una ripercussione diretta sui mercati si dovrà arrivare a un appuntamento per quanto riguarda le scelte europee. Che la Cdu abbia o meno la maggioranza assoluta dei seggi non farà quindi alcuna differenza per i mercati.
Lei esclude che nei due principali partiti possa affermarsi una certa tendenza all’isolazionismo della Germania?
Questa tendenza, se presente, si dovrà estrinsecare in un atto. Il primo atto di una decisione sarà quello della Corte costituzionale sulle Outright Monetary Transactions (Omt). Quando arriverà la sentenza sarà il primo banco di prova cui i mercati risponderanno. Se la Consulta tedesca dovesse decidere che le Omt non si possono più fare, ciò sostanzialmente vorrà dire che non si potrà tenere più in piedi l’Euro area.
Lei esclude reazioni forti prima di quell’appuntamento?
Il risultato elettorale tedesco non farà nessuna differenza per la finanza europea, in quanto nel programma politico della Cdu non ci sono prese di posizione a favore del dissolvimento dell’euro. L’unico partito a dissociarsi da queste prese di posizione è stato finora Alternative fur Deutschland. Non vedo quindi motivi per pensare a una ripercussione già lunedì, diverso invece è quello che potrebbe accadere quando sarà resa nota la sentenza della Corte costituzionale.
Il meccanismo di formazione della Corte costituzionale prevede che dipenda da una decisione del Parlamento?
La Consulta dovrebbe decidere in modo indipendente dal’elettorato. Ma se la Corte costituzionale dovesse decidere che l’Omt non è in accordo con la legislazione tedesca, ciò sostanzialmente vorrebbe dire che non si possono più utilizzare quegli strumenti. La conseguenza potrebbe essere che non sarà più possibile tenere in piedi l’Europa, perché se ci dovesse essere un altro attacco speculativo non ci sarebbe più nessuno strumento per intervenire. I mercati potrebbero quindi prendere atto di questo stato di cose e reagire in modo forte.
Questa reazione potrebbe mettere in gravi difficoltà i titoli sovrani di Italia, Spagna e Grecia?
E’ una reazione che non è prevedibile, perché se si decidesse che gli Omt non si fanno più vorrebbe dire che nel momento in cui l’Italia, la Grecia o la Spagna chiederanno gli aiuti europei non li potranno comunque ricevere. L’Outright Monetary Transactions era uno strumento per aiutare i Paesi in difficoltà, se in un futuro più o meno prossimo diventasse impossibile intervenire in questo senso, non è prevedibile quali saranno le reazioni del mercato.
(Pietro Vernizzi)