Il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, reagisce polemicamente all’accordo tra Confindustria a sindacati. E, in una nota, invita a indicare la copertura e il costo dell’operazione. Non avendolo fatto loro, ironizza l’onorevole, ci pensa lui stesso. «Tutte le misure elencate nel “Patto” richiedono dai 40 ai 50 miliardi», spiega, contestando la tesi secondo cui se si sono trovati i soldi per l’abolizione dell’Imu sulle prime case, allora è necessario trovare anche quelli per emanare dei provvedimenti sul lavoro e rilanciare l’occupazione. Secondo l’ex ministro per la Funzione pubblica, si tratta di «un problema di “scala” che rende inconfrontabili i due interventi». In ogni caso, Brunetta ha fatto presente che se il sindacato degli industriali e le sigle confederali a spiegheranno come finanziarie le misure da loro indicate, anche il Pdl sarà ben contento di presentare un teso con tutti quei provvedimenti. Detto questo, Brunetta si è rammaricato per l’assenza, nella proposta, di misure realmente in grado di rilanciare la produttività. Ci sono solamente incentivi e sgravi fiscali a carico dello Stato. MAcano, invece, misure come «l’aumento dell’orario di lavoro», «la riduzione delle festività retribuite e la riorganizzazione degli ammortizzatori sociali, sul modello delle riforme tedesche dei primi anni 2000».



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