Crisi finita? Italia che recupera? Fuori dal tunnel? Le parole incoraggianti venute nelle ultime settimane anche dal governo smebrano andare smentite all’annuncio dell’Ocse che l’Italia, tra tutti i paesi appartenenti al G7, sarà l’unico che nel 2013 registrerà ancora un Pil negativo, pari a una perdita dell’1,8%. Secondo l’organizzazione internazionale, la Francia a fine anno sarà a quota 0,3%, la Germania dello 0,7, il Regno Unito dell’1,5 e gli Stati Uniti dell’1,7. Tutte percentuali positive naturalmente. Nonostante questi dati l’Ocse rileva che l’Eurozona è ancora in fase a rischio: “vulnerabile a rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e sul debito sovrano”. Non si parla però più di recessione ma il “ribilanciamento” tra paesi in deficit e in surplus rimane incompleto. Paesi come il nostro dunque hanno una domanda interna solo parzialmente bilanciata da esportazioni migliori. Come se ne esce? Ci vogliono riforme che aumentino la produttività. Siamo dunque davanti a una crescita moderata dell’economia mondiale ma lontani da “una ripresa sostenibile e restano importanti rischi”. Infine la disoccupazione resta elevata: il rischio è che la disoccupazione diventi strutturale anche quando ci sarà la ripresa. 



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