Tutta una serie di dati e rivelazioni, ultimamente, hanno certificato il pessimo andamento economico dell’Italia. Dapprima l’Ocse, e poi Eurostat, hanno chiarito come il nostro Paese sia ancora uno tra i pochissimi dell’Eurozona e dell’Unione Europea a non essere usciti dalla recessione tecnica. In Italia, la crisi non dà cenni di diminuire, mentre il pil continua a calare. Unica notizia positiva, cala meno rispetto agli ultimi mesi. Ebbene, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, non rifiuta questa interpretazione pessimista e, da San Pietroburgo, fornisce un’altra chiave di lettura. «Il processo di ripresa dell’economia italiana è in corso. Stiamo uscendo dalla fase di recessione», ha spiegato, dicendosi convinto del fatto che i dati negativi dell’Ocse, in realtà, non sono aggiornati ed hanno valenza retroattiva. Le indicazioni relative alla fine della crisi, quindi, sono giuste. Certo, grava sulla situazione l’incertezza politica, questo è innegabile, ha ammesso il titolare dell’Economia. Il peso della contingenza colpisce, in particolare, la ripresa della fiducia dei consumatori e degli investitori rispetto alla possibilità che il Paese torni a crescere. «Speravo fosse qualcosa che apparteneva al passato, invece purtroppo ci sono focolai di incertezza», ha aggiunto. Ma che la fine della congiuntura negativa sia a portata di mano sarebbe certificato dai numeri della produzione industriale, e degli indici dei purchasing manager. «Confermano che la ripresa è in corso, quindi sia pure portandoci dietro le nostre debolezze strutturali stiamo uscendo dalla recessione», ha poi concluso.