Il ministro dell’Economia Fabrizio Sacomanni ha spiegato cosa accadrebbe in caso di crisi di governo. Ovvero, se Berlusconi, condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale, decidesse di staccare la spina all’esecutivo di Letta laddove la giunta per le elezioni del Senato decidesse di votare la sua decadenza, applicando quindi l’interpretazione retroattiva della legge Severino. Secondo il ministro, la crisi non ci sarà. Tuttavia, se dovesse esserci, le ripercussioni sarebbero estremamente gravi. Anzitutto,sui nostri titoli di Stato, e sulla possibilità di continuare a rispettare i vincoli europei in materia di deficit. «L’eventualità di una crisi in Italia viene vista con preoccupazione e il primo impatto riguarderebbe i mercati finanziari con un riacutizzarsi dello spread, quindi maggiori oneri per gli italiani, un fattore frenante della crescita. Le nuove tensioni sul mercato dei titoli di Stato aggraverebbero i problemi di gestione del disavanzo e del limite del 3%», ha dichiarato il titolare di Via XX settembre, facendo presente che oltretutto non possiamo di certo permetterci di arrivare al semestre di torno della presidenza europea con una procedurali infrazione in corso. A questo proposito, ha detto che personalmente non nessuna intenzione di contribuirvi. Saccomanni ha, infine, spiegato che il nostro problema principale riguarda il debito pubblico, e che eventuali tensioni sui mercati inficerebbero immediatamente l’ipotesi di ripresa per il 2014.



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