Scelta Civica è pronta a non votare la fiducia al governo sull’emendamento Tasi. Lo ha annunciato Stefania Giannini, senatrice e segretario del partito, nel corso di una conferenza stampa con l’onorevole Enrico Zanetti, che ricopre l’incarico di responsabile economico. Al Senato i voti di Scelta Civica sono indispensabili per avere una maggioranza, e quindi se non si risolve il nodo Tasi il governo cadrà. «Il ministero delle Finanze da maggio in poi non ci ha mai convocati una sola volta per discutere il capitolo Tasi, e non condividiamo il pressapochismo politico e l’inadeguatezza tecnica con cui il governo si è occupato di questa specifica questione – sottolinea l’onorevole Zanetti interpellato da Ilsussidiario.net -. Scelta Civica non accetta una logica di ennesimo ritocco, peraltro con risolutivo, in quanto i Comuni hanno già precisato che anche con la modifica annunciata dal governo si è aperta una partita per un importo da circa 1 miliardo e mezzo di euro. Vogliamo dialogare con il governo per chiudere la partita una volta per tutte».
Quali sono le vostre richieste per quanto riguarda possibili modifiche della tariffa rifiuti?
La tariffa rifiuti non va calcolata in modo forfettario sulla base di parametri quali la superficie degli immobili, la destinazione e l’attività svolta. Occorre al contrario una tariffa specifica commisurata sulla base delle effettive quantità di rifiuti prodotte da ciascun contribuente. Ciò implica l’adozione di adeguati sistemi di misurazione, come avviene in molti Paesi esteri che adottano questo sistema. Siamo quindi assolutamente disponibili a prevedere che questo meccanismo entri in vigore dall’anno prossimo e non già da questo, purché questo passaggio sia previsto fin da subito in modo obbligatorio. Basare la tariffa rifiuti su delle statistiche finisce infatti inevitabilmente per fare pagare alcuni molto più del dovuto, e altri di meno. Con il sistema da Scelta Civica c’è invece la possibilità di fare pagare a ciascuno il giusto.
Quali sono invece le vostre proposte sulla Tasi?
La Tasi deve diventare realmente quello che il governo aveva annunciato lo scorso maggio, cioè una vera Service tax e non una sorta di nuova Imu. La Tasi deve diventare il contributo portante capace di generare per i Comuni il gettito che in precedenza derivava dall’Imu. In secondo luogo è necessario che questo tributo non sia commisurato esattamente sul valore catastale degli immobili, ma sia ancorato a parametri quali la superficie, la destinazione, l’attività svolta e la composizione dei nuclei familiari. Va prevista una componente tariffaria legata all’utilizzo e un’altra legata alla proprietà. Una volta posti questi paletti, la legislazione nazionale si deve fermare e lasciare la più ampia libertà regolamentare ai Comuni in una logica finalmente federale. La Tasi ridiventi dunque ciò che era in origine: una Service Tax a forte connotazione e a gettito integralmente comunale. Ma c’è un terzo paletto che va previsto dalla legge.
A che cosa si riferisce?
Il terzo paletto è l’ex Imu, cioè la terza parte del gettito Imu che era finora dello Stato, per un totale di sei o sette miliardi. Quella parte di gettito deve continuare a essere prelevata attraverso un tributo che colpisca il valore catastale degli immobili. Poiché la competenza è statale, questo tributo deve diventare erariale. Occorrono aliquote uniformi su tutto il territorio nazionale strutturate con una logica di progressività finalizzata a rendere il prelievo più equo nei confronti dei piccoli e grandi proprietari immobiliari.
Come mai avanzate queste proposte solo ora?
Perché da maggio, cioè da quanto il ministero dell’Economia ha incominciato a lavorare a questo fascicolo, non sono mai state coinvolte le forze di maggioranza. Scelta Civica non ha propri rappresentanti nel ministero dell’Economia, eppure con fiducia e responsabilità abbiamo atteso che il governo completasse i suoi interventi. Una volta appurato che il lavoro era stato realizzato in modo molto deficitario, abbiamo votato per senso di responsabilità la legge di stabilità, nonostante al suo interno fosse stata inserita una manovra molto infelice sulla casa. Adesso che il governo chiede di approvare delle ennesime modifiche, abbiamo deciso di dire basta. Il pressapochismo politico e l’inadeguatezza tecnica del governo su questa specifica questione è tale che a questo punto abbiamo deciso di pensarci noi. Chiediamo un confronto aperto e non emendamenti spot. Se si cercherà di rimediare con un rattoppo, Scelta Civica non darà il suo voto.
(Pietro Vernizzi)