A volte ritornano. Non paghi dei danni fatti e delle figuracce rimediate, anche a livello internazionale, persistono nella riproposizione di idee già bocciate dalla scienza economica e poi confermate dai fatti. Impermeabili a ogni revisione e riscontro con la realtà, dopo l’errore, perseverano nello stesso. Diabolici? Ebbene sì, mi riferisco all’illuminato professor Monti, il quale in un articolo pubblicato su Il Corriere della Sera, a commento del presunto successo del governo Letta riguardo la discesa dello spread, ribadisce la sua scienza e la bontà della sua azione di governo.



Vale la pena di occuparsi di un caso che forse dovrebbe riguardare la psichiatria piuttosto che l’economia? Si, ne vale la pena, visto che certe idee continuano a essere la direttrice di svolgimento dell’azione dell’attuale governo e sono le stesse idee diffuse con pertinacia dai suoi ministri. E già il titolo dell’articolo è tutto un programma: “Non servono pugni sul tavolo e nemmeno violazioni di regole”. In fondo, una certa involontaria verità si trova sempre. Anche qui, paradossalmente, è vero che non c’è bisogno di violare le regole come fa la Germania, per andare in rovina (come toccherà pure alla Germania, e già sta accadendo). Non c’è bisogno, però rispettare le regole mentre gli altri le violano aiuta indubbiamente ad andare in rovina. Anzi, a mandare in rovina l’economia italiana, cioè gli stessi italiani. I quali nel frattempo si sono fatti una bella idea dell’azione del governo Monti. Ma lasciamo pure stare gli umori del popolino (che ogni tanto si mette pure a votare senza capire di economia, il popolino!) e andiamo ai dati ufficiali e alle fonti istituzionali, che sicuramente piacciono al senatore Monti.



Ecco qui sotto il grafico, tratto dal sito ufficiale della Bce, sul debito pubblico italiano in rapporto al Pil. L’ultimo tratto di salita, quello più ripido, è quanto accaduto durante il governo Monti. I dati non sono aggiornati, perché si fermano al 2012. Ma noi già sappiamo che il rapporto debito/Pil è arrivato al 133%, quindi quella linea ripidissima ha proseguito la sua salita. Anche perché il governo Letta non ha fatto che confermare e proseguire l’opera del governo Monti.

Eppure lui insiste, elogiando il governo e invitandolo a proseguire: “Tale impegno va mantenuto. Non è certo a esso, ma piuttosto a quello ancora insufficiente per le riforme strutturali, che sono da attribuire la tardiva ripresa e le scarse prospettive di crescita”. Ancora con queste riforme strutturali, che chissà perché nessuno riesce a fare quando va al governo. Un’eterna tela di Penelope, che si fa di giorno (quando si va all’opposizione, perché allora è tutto chiaro) e si disfa di notte (quando si va al governo e allora ci sono sempre altre urgenze).



Magari la verità è molto più semplice: le riforme strutturali non si fanno perché sono una foglia di fico, cioè inutili per la crescita. Finché non si fanno, c’è la scusa per giustificare una mancata crescita. Se si facessero e poi non ci fosse crescita, sarebbe a tutti evidente che la mancata crescita dipende da altro. Magari si diffonde l’idea che dipende dall’euro. Allora no, meglio non fare le riforme e mantenere la scusa.

Ma continuiamo a leggere l’articolo: “Lo spread aveva sforato quota 200 nel luglio 2011. Per quattro mesi si era impennato fino a toccare il massimo (574 punti) il 9 novembre 2011, malgrado i consistenti acquisti della Bce… Da quel picco, lo spread è sceso a oggi di 374 punti. Durante i 17 mesi del governo insediatosi nel novembre 2011, si è registrata una diminuzione di 302 punti. Nel corso degli 8 mesi del governo Letta, si è avuta una ulteriore discesa di 72 punti”.

A parte la menzogna sui “consistenti acquisti della Bce”, tutto il resto… è falso. Cioè, detto così, si attribuisce un merito che non esiste. Perché non esiste? Ma perché lo spread è una differenza tra due titoli (italiano e tedesco) e se la differenza diminuisce, non è detto che sia calato un titolo, ma magari è salito l’altro. In effetti, dal luglio 2011 a oggi, il titolo tedesco è passato dall’1% al 2%. Quindi 100 di quei 374 punti sono svaniti. Inoltre, allora l’inflazione era al 3%, oggi è allo 0,7%. Altri 230 punti svaniti. Rimangono le briciole.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma insomma, oggettivamente lo spread sta scendendo in questi ultimi mesi (cioè, pochi mesi fa, nonostante la salita del titolo tedesco e l’inflazione in calo, grazie al governo Monti-Letta avevamo ugualmente lo spread alto). Ebbene sì, oggettivamente nel 2013 una discesa dello spread c’è stata, e il motivo vero è dovuto alla fuga di capitali dai paesi emergenti, i quali non offrono più rendimenti soddisfacenti e mantengono certi rischi, come testimoniato da un articolo de Il Sole 24 Ore. Quindi quei capitali sono tornati sui mercati finanziari europei. E poi non dimentichiamoci che la Fed continua a immettere 75 miliardi di dollari ogni mese. Certo, quella liquidità finisce soprattutto sul mercato finanziario Usa. Ma non solo.

Allora, il governo Monti-Letta non ha alcun merito? No, un merito ce l’ha. Ricordate il video in cui Monti affermava (nel settembre 2011, è bene ricordare la tempistica, perché la tempistica è tutto e il tempo è frattale) che “il grande successo dell’euro è la Grecia”? Ebbene, secondo un recente sondaggio, il partito Alba Dorata è ormai stabilmente al primo posto, con il 26% delle preferenze della popolazione. Sì, Alba Dorata, quello che tutti chiamano fascista, quello il cui leader è in galera perché ritenuto in qualche modo responsabile dell’omicidio di un rapper di sinistra, quello a cui dopo pochi giorni hanno ammazzato due simpatizzanti e nessuno è finito in galera. Proprio quello. Inoltre, bisogna ricordare che l’80% dei condomini ad Atene ha rinunciato al riscaldamento, perché divenuto un costo insostenibile. Quindi le famiglie si riscaldano con caminetti e stufe improvvisate; e si sono moltiplicati i morti per asfissia e i casi di incendi accidentali.

Questo è sicuramente un merito del governo Monti, cioè il timing. Prepariamoci, perché l’attuale governo ci sta portando sulla stessa strada. Cioè sul lastrico.

 

P.S.: Scena accaduta in farmacia, testimone mia moglie. Una signora anziana in fila davanti a mia moglie dice al farmacista che questa volta prende “una sola scatola, perché non ho i soldi, passerò tra qualche giorno quando ho i soldi”. Costo della scatola, 1,34 euro. Commenti?