L’inizio del nuovo anno ci da l’occasione per tirare in qualche modo le somme della crisi in atto, cercando di capire a che punto siamo e di intuire quello che ci potrebbe attendere nel 2014. Per meglio comprendere il punto a cui oggi siamo giunti occorre capire da dove siamo partiti e collocare questa crisi nella sua reale dimensione, cioè sul piano internazionale. Per questo, iniziamo a vedere il grafico della massa monetaria euro, il cosiddetto “aggregato monetario M3”, riportato a fondo pagina. Il grafico viene direttamente dal sito ufficiale della Bce e rappresenta la variazione percentuale annuale di tale aggregato monetario. La linea nera orizzontale l’ho disegnata io e rappresenta il valore del 4,5%.
Questo aggregato monetario ha particolare importanza rispetto agli altri (M1 e M2) poiché è l’indicatore ufficialmente riconosciuto dalla Bce come utile per il suo fine istituzionale, cioè il controllo dei prezzi, in modo che l’inflazione rimanga a un valore prossimo e inferiore al 2%. Per questo obiettivo la Bce, nel 1998, dichiarò che avrebbe aumentato la massa monetaria M3 del 4,5% annuo (la linea orizzontale da me disegnata).
Siccome si dice che un grafico rende meglio di mille parole, ho voluto evitare di tediare i lettori con un’inutile loquela scritta pur volendo dare un’immagine chiara di due elementi di fatto: il primo è il piano di politica monetaria criminale, attuato dalla Bce fin dalla nascita dell’euro nel 2001, quando divenne la moneta ufficiale nell’economia reale, un piano di distruzione dell’economia realizzato con la creazione di un eccesso spaventoso di moneta, che andava ad alimentare bolle speculative sui mercati finanziari; il secondo è il crollo repentino della massa monetaria, che ovviamente è avvenuto tutto a spese dell’economia reale (mentre nei mercati finanziari continua a permanere un eccesso di liquidità).
Ora, inquadrato il contesto, focalizziamoci sull’ultima parte del grafico, quella in discesa, corrispondente all’incirca all’anno solare 2013. Tenendo bene a mente questa parte di grafico, che corrisponde nei fatti alla caduta della liquidità in atto nell’economia reale, domandiamoci se davvero è possibile che, come ci hanno ripetuto ossessivamente in questi mesi, “la ripresa è alle porte” o “la ripresa è iniziata, dipende da noi” e simili. Può esserci ripresa, se manca moneta?
A riconferma di quanto detto, ecco il triste dato della realtà, che sconfessa certi presunti sondaggi sulla ripresa della fiducia (ah, la grande mancanza, questa fiducia, ma come facciamo a ripristinarla?!): notizia da Il Sole 24 Ore, titolo “In Italia calo record dei prestiti alle imprese: -5,9%”; svolgimento: “I prestiti alle imprese in Italia hanno segnato a novembre un calo del 5,9%, il più forte nelle serie storiche disponibili. Lo si legge nei dati della Banca centrale europea”. Il calo più forte, cioè una cosa mai vista.
Ovviamente, se tutto questo è stato fatto di proposito, vuol dire che c’è un obiettivo dichiarato, cioè l’impossessamento delle ricchezze e dei beni italiani. Hanno creato un sistema monetario che fa sorgere un debito, impagabile, dal nulla. E ora pretendono e pretenderanno di farlo pagare a noi, cioè pretenderanno i nostri beni perché saremo impossibilitati a pagare un debito impagabile. Tutto il resto è un triste contorno a questo piano, ormai evidente.
Anzi, hanno già iniziato. “Via alla vendita a trattativa privata di 41 immobili del Demanio”, titola ancora Il Sole 24 Ore. Dove la vera notizia non è cosa si vende, ma come: “a trattativa privata”, cioè alla faccia del libero mercato. Ma non doveva essere proprio il libero mercato quello artefice del “prezzo giusto”, secondo la dottrina liberista che per anni ci hanno pervicacemente inculcato? E ora, proprio quando il libero mercato ci serviva, dov’è finito questo fantasma?
Ma attenzione, non voglio dire che avrebbero dovuto procedere con un’asta pubblica; l’idea che dal “libero mercato” venga il “prezzo giusto” è semplicemente e scientificamente una menzogna, propagata per anni da un potere finanziario interessato ad accrescere la propria ricchezza. Quello che sta accadendo ora è semplicemente la caduta del velo, l’abbandono di ogni precauzione e di ogni necessità di nascondersi dietro una qualsivoglia ideologia. E ne hanno ben d’onde, dopo l’aumento di capitale della Banca d’Italia, altro tassello di un piano di depauperamento della popolazione.
Un piano che anche all’estero procede spedito. Una recente notizia ci informa che il governo portoghese sta decidendo se attuare un prelievo forzoso sulle pensioni per tentare di tenere in equilibrio i propri conti. Ma quale equilibrio? Quello richiesto dalla Bce, ovviamente: il 4% di rapporto tra deficit e Pil, concordato per poter accedere a fondi di aiuto, altri 2,7 miliardi. Un equilibrio impossibile ovviamente, perché toglie denaro fresco dall’economia reale, provocando una ulteriore caduta del Pil e rendendo possibile qualsiasi ipotesi di recupero.
Sarà per questo che ora lo spread è in discesa per tutti i paesi in crisi? I titoli di Stato di Italia, Spagna e Portogallo stanno subendo in questi giorni tutti la stessa sorte, con una discesa repentina. Che sia un regalo della finanza ai poteri politici compiacenti, che si apprestano a svendere i beni dei popoli? Io lo penso, e penso pure che il gioco durerà fino alle elezioni europee previste per maggio, con l’intento di tenere sotto scacco la politica e le popolazioni, secondo la formula già chiarita da Monti in un video su YouTube: “I cittadini e i politici saranno disposti a cedere [la sovranità] quando il costo politico e psicologico, perché c’è una crisi in atto, del non fare le riforme sarà troppo elevato”.
Quindi, semmai dovessero avere un certo successo alcune formazioni politiche contrarie all’euro, lo spread risalirà potentemente, e i mezzi di informazione non faranno che mettere in risalto questo aspetto, contrapponendolo con la situazione precedente di spread in calo. E gli Stati verranno fatti pericolosamente avvicinare alla bancarotta. A quel punto verrà inviata la solita Troika, quella delle ricette fallimentari applicate alla Grecia. La situazione è così sfuggita di mano, che pure il Presidente del Parlamento europeo Schultz lo ha ammesso: “La troika ha fatto più male che bene”. In ogni caso, il risultato sarà lo stesso, a pagare saranno i popoli.
Ma allora non rimane che essere pessimisti? No, per chi conosce certe dinamiche suggerite dalla matematica, in particolare quella frattale. Cosa voglio dire? Voglio dire che il sistema (economico, finanziario, sociale, politico) è stato reso instabile per permettere più facilmente l’arricchimento dei ricchi. Ma è stato strutturalmente reso instabile, non solo per noi. Vuol dire che è instabile per tutti, e quindi vuol dire che le parti e i rapporti di forza si possono improvvisamente rovesciare, in maniera del tutto imprevedibile.
Il sistema è frattale, quindi la sua funzione di distribuzione è una legge di potenza (scusate i tecnicismi, ma direi che ne vale la pena, sarà il nostro pane quotidiano), cioè qualcosa di esponenziale, qualcosa di incontrollabile, pure per i poteri forti, nonostante tutto il loro potere. Questa è la stessa dinamica per cui Davide batte Golia. Ed è la stessa per cui è caduto il muro di Berlino, quando fino a una settimana prima l’evento sembrava ancora impossibile. Ma era solo altamente improbabile, cioè un evento che diventa probabile se tutte le condizioni al contorno diventano improbabili. Nel regno delle cose improbabili o eccezionali, l’improbabile o l’eccezionale diventano eventi quotidiani. Occorre la forza e la pazienza di sopportare quelli contrari, per attendere che quelli favorevoli abbiano il loro tempo. Perché i malvagi di questo mondo fanno le pentole, ma non i coperchi: nella loro ignoranza, non sanno che pure il tempo è frattale, cioè tutto può accadere molto in fretta, troppo in fretta, tanto da non avere il tempo di salire sulle scialuppe, mentre il Titanic-Euro affonda.
In un momento in cui la moneta crolla, il sistema monetario crolla perché manca la fiducia, perché non si è compresa (e si è tenuta nascosta) la relazione tra moneta e fiducia, dobbiamo prepararci al possibile momento catastrofico in cui mancherà totalmente la moneta e conterà solo la fiducia. Quella che sarà rimasta. E la fiducia, la capacità di fiducia che avremo, sarà quella che oggi siamo in grado di costruire. Non potrà essere una fiducia irrazionale, come quella che ancora oggi ci chiedono (“la ripresa è vicina…”), dovrà essere una fiducia ragionevole, per cui sarà ragionevole avere fiducia, a causa di un passato, di una storia, di una memoria.
E questo è un altro aspetto decisivo dei sistemi frattali: l’aspetto della memoria diventa rilevante, fino a diventare decisivo e fondante. E così, proprio l’elemento destabilizzante prepara la grande possibilità di una rivoluzione sistemica. E pure il tempo diverrà a nostro favore. Insieme all’ultimo fattore, quello decisivo: quella proprietà dei frattali per cui, da un insieme di elementi caotici e fratti, l’insieme risultante non è un elemento a sua volta “rotto”, ma in insieme armonico.
Queste forme sono diffusissime in natura, sono la “forma” con cui il creato è creato. E siccome ingrandendo tali figure la struttura fondamentale rimane inalterata (si chiama “invarianza di scala”, una delle proprietà fondamentali dei frattali), allora il compito che abbiamo davanti (per “cambiare il sistema”) è precisamente questo: costruire piccole forme “armoniche”, cioè costruire o ricostruire comunità locali, entro le quali sia possibile, come ha scritto MacIntyre, difendere la civiltà e la morale.
Questo è il nostro compito, anzi già sta accadendo, in maniera silenziosa ed efficace, lontano dai media ufficiali. Se ne accorgeranno, ma quando sarà troppo tardi. Per loro. Non è una minaccia, ma la naturale conseguenza di una situazione impazzita, il termine ultimo di una legge di potenza, per la quale andrà in rovina inaspettatamente chi oggi è esageratamente e inutilmente ricco.