«Nel passaggio tra l’Imu e la Tasi manca un miliardo e mezzo di gettito, quindi in un modo o nell’altro questa somma va trovata. I sindaci saranno costretti ad aumentare le aliquote per fare quadrare il bilancio. Questo governo non solo non è capace di governare, ma neppure di fare i conti”. È l’attacco di Attilio Fontana, presidente di Anci Lombardia, nonché sindaco della Lega nord a Varese. Dopo le proteste dei sindaci, il governo Letta ha annunciato che approverà un emendamento per concedere ai Comuni la possibilità di alzare fino allo 0,8 per mille in più le aliquote della Tassa sui servizi indivisibili (Tasi), purché il gettito sia destinato per le detrazioni alle famiglie e ai meno abbienti.
Fontana, ritiene che la soluzione trovata possa risolvere i problemi dei Comuni?
No, è la solita presa in giro di questo governo che cerca di fare ricadere sui Comuni la sua incapacità di aumentare il gettito fiscale. Il consiglio dei ministri taglia sugli enti locali e poi ci dice che ci dà la facoltà di aumentare le tasse. In realtà noi alziamo le aliquote in seguito alle inadempienze del governo. Quindi è chiaro che noi siamo costretti ad aumentare le tasse, ma agli occhi della comunità e della collettività noi siamo i veri cattivi, anzi i veri oppressori della gente. In realtà le nostre disponibilità sono sempre più ridotte, ci tagliano sempre ogni tipo di trasferimento e poi ci dicono, come se fosse una concessione di cui essere grati, che ci danno la possibilità di aumentare le tasse. Le aumentino loro, perché dobbiamo essere noi a farlo?
Ma i sindaci e in particolare la Lega nord non sono a favore dell’autonomia fiscale?
Il concetto è molto semplice. I sindaci vogliono l’autonomia fiscale, ma non a danno dei cittadini. Quindi il governo riduca le tasse di sua competenza e in quello spazio ci dia la possibilità di operare in modo autonomo. Allora sì che il ragionamento avrebbe un senso, perché in questo modo si dimostrerebbe chi è capace di gestire la cosa pubblica con i fondi a disposizione e chi deve invece chiederne di più ai cittadini. Ma se io in quanto sindaco sono costretto ad aumentare le tasse perché lo Stato mi riduce le risorse, non sono né bravo né cattivo.
Comunque resta il fatto che i Comuni possono scegliere se aumentare o meno l’aliquota della Tasi…
Certo, il che equivale alla scelta tra morire o sopravvivere. Se nel passaggio dall’Imu alla Tasi manca un miliardo e mezzo di euro, i sindaci per recuperare quella somma devono aumentare la Tasi. È inutile che cerchino di farci apparire cretini. È questo che mi fa arrabbiare, perché il governo ha ridotto i trasferimenti e ha abolito l’Imu, e a questo punto siamo in queste condizioni. Manca un miliardo e mezzo e noi se vogliamo vivere questo miliardo e mezzo da qualche parte lo dobbiamo recuperare. Non sono soldi che i Comuni cercano di avere per organizzare nuove feste o bagordi. Guardi caso, per il Comune di Roma che ha un debito strutturale di un miliardo di euro l’anno i soldi si sono trovati.
Lei dice che manca un miliardo e mezzo per il passaggio dall’Imu alla Tasi. Ma l’abolizione dell’Imu non era prevista nel programma elettorale della Lega nord?
Certo, era prevista eccome.
E quindi se l’Imu è stata abolita non è stato anche per la volontà del partito di cui lei è espressione?
Tengo a precisare che queste sono scelte di un governo di cui la Lega nord non fa parte e che ha sempre contestato. Noi non possiamo essere ritenuti responsabili di scelte che fanno altri. Nel governo c’è il Nuovo Centro Destra, non la Lega.
Nel programma della Lega nord c’era l’abolizione dell’Imu. Lei era d’accordo con la scelta del governo di abolirla?
Sì certo, ma guardi che la Tasi è la stessa identica cosa dell’Imu. La Tasi è esattamente l’Imu a cui è stato cambiato il nome. E’ una presa in giro, come l’affermazione secondo cui non sarebbe stata fatta pagare la seconda rata Imu del 2013.
(Pietro Vernizzi)