“Dall’1 gennaio del 2015 daremo gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1500 euro al mese ma anche a tutte le mamme che fanno un figlio per i primi tre anni. Si tratta di mezzo miliardo destinato alle famiglie”. Lo ha annunciato il presidente del consiglio Renzi parlando a Domenica Live su Canale 5. Il premier ha aggiunto che la misura riguarderà solo le famiglie che guadagnano meno di 90mila euro all’anno. Una misura che per Francesco Forte, ex ministro delle Finanze, va nella direzione giusta come principio ma che come attuazione risente di tutti i limiti ideologici della sinistra e del renzismo.



Che cosa ne pensa del bonus da 80 euro per le neo-mamme?

Una proposta molto simile fu presentata qualche anno fa dietro mio suggerimento da Mariastella Gelmini. L’idea era quella di un bonus da 1000 euro per ogni nato fino ai 13 anni di età. Il governo Renzi ha deciso di investire mezzo miliardo l’anno, cioè 7,5 miliardi in 15 anni.



Quindi immagino che lei sarà d’accordo con questa proposta…

Il problema è che presenta dei limiti molto consistenti. Questa misura innanzitutto vale solo per i primi tre anni, e ciò fa sì che sia una “mancia” piuttosto che un incentivo. È la stessa logica applicata ai bonus per le assunzioni. Un imprenditore non sceglie un determinato contratto piuttosto che un altro perché ha tre anni di sconto. Anzi, sarebbe molto più efficace un bonus anche più piccolo ma per tutto il tempo in cui il lavoratore sarà impiegato in azienda. Tanto per le neo-mamme quanto per le imprese, quello di Renzi è una specie di uovo di Pasqua che non costituisce un incentivo né per le nascite, né per le assunzioni.



Come valuta la scelta di erogare il bonus solo a chi ha un nucleo familiare al di sotto dei 90mila euro?

È una forma di discriminazione che non condivido. A parte il fatto che introdurre il concetto del nucleo familiare senza avere una tassazione basata sulla famiglia implica un’incertezza tecnica e statistica. D’altra parte non si capisce perché si debbano creare di continuo queste iniquità distributive. È sbagliato porre una soglia da 90mila euro, dietro a cui c’è da parte di Renzi la volontà demagogica di premiare il proprio elettorato. Anche il Tfr in busta paga è conveniente solo per i bassi redditi, in quanto si adotta la stessa aliquota progressiva sul reddito. Condizionare i diritti o i meriti sulla base del bisogno costituisce un errore, perché il criterio del merito prescinde da quanti euro guadagna una persona. È una logica distorta dietro a cui c’è una concezione di classe o delle mance elettorali.

È giusto dare gli 80 euro anche alle coppie non sposate?

Un altro aspetto problematico è che il bonus di Renzi sarà erogato alle mamme a prescindere dalla famiglia cui appartengono. Si tratta di capire se qui attuiamo la Costituzione che privilegia la famiglia oppure una concezione “laica” che considera come famiglia qualsiasi coppia di fatto, incluse le unioni omosessuali.

 

Il bonus andrà anche alle mamme immigrate. Lei che cosa ne pensa?

In questo modo il bonus avrà come effetto quello di creare un incentivo all’immigrazione temporanea in Italia delle donne appartenenti alla famiglia degli stranieri con un certificato di residenza temporaneo nel nostro Paese.

 

Infine, una domanda sul bonus per le imprese che assumono. Padoan ha dichiarato che creerà 800mila posti di lavoro. È una previsione realistica?

La ritengo una previsione lunare. Non capisco da che cosa la desuma, in quanto questo non è un incentivo alle assunzioni ma semplicemente un premio per chi ha comunque deciso di farle. Le imprese che di solito assumono a tempo indeterminato per rimpiazzare il turnover possono ringraziare Renzi perché hanno avuto un beneficio. Non mi aspetto però che in Italia normalmente ci siano 800mila lavoratori a tempo indeterminato in tre anni. Renzi quindi sta attuando una politica elettorale, non una politica di crescita.

 

(Pietro Vernizzi)