La scadenza del 16 ottobre si avvicina: quel giovedì sarà l’ultimo giorno disponibile per gli italiani per versare la prima rata della Tasi. Ma sul pagamento del tributo la confusione e l’incertezza è tanta: detrazioni, esenzioni e caos aliquote. Se milioni di contribuenti verseranno la metà dell’importo totale dovuto, altri l’hanno già pagata, altri la pagheranno in un’unica soluzione entro il 16 dicembre e altri ancora non sono proprio chiamati al pagamento della Tassa sui Servizi Indivisibili. Per fare chiarezza abbiamo contatto l’esperto e avvocato Claudio Santarelli.



Giovedì 16 ottobre scade il termine entro il quale versare la prima rata della Tasi.

È necessario, per pagare, avere la rendita catastale aumentata del 5% e moltiplicata per 160 per quegli immobili classificati come A e C. A questo calcolo va poi moltiplicata l’aliquota determinata dal rispettivo comune.

E qui dipende tutto dalle delibere comunali



Esatto, visto che i comuni, come sappiamo, possono stabilire liberamente le aliquote. Essendo un’imposta prettamente comunale – e non statale – l’aliquota base della Tasi dell’uno per mille può essere variata fino a un massimo del 2,5 per mille (come ha fatto, per esempio, Milano).

Dopo quello delle aliquote, il capitolo detrazioni. E anche qui c’è incertezza.

Le incertezze ci sono perché la questione delle riduzioni e delle esenzioni riguarda le abitazioni con un unico occupante, quelle a uso stagionale – ma qui bisogna capire cosa significa “uso stagionale”, perché dovrebbe voler dire un uso effettivo di una stagione -, gli ex residenti e i fabbricati rurali a uso abitativo e i terreni agricoli (questi ultimi esentati completamente). Faccio un esempio…



Prego.

Milano ha stabilito delle detrazioni fisse che riguardano il rapporto tra l’abitazione e la rendita catastale: per rendere l’idea, 112 euro di detrazioni per un’abitazione con rendita fino a 350 euro. In più il comune meneghino ha previsto una detrazione di 20 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni. Quindi, anche sotto questo profilo, il quadro delle disciplina è a discrezione dei comuni. Ah, quasi dimenticavo: se l’importo della Tasi è uguale o inferiore a 12 euro non è da pagare.

Di caos ce n’è eccome.

Sì. E alla confusione se ne aggiunge dell’ulteriore relativa alla percentuale che spetta all’inquilino, che va dal 10% al 30%.

Qui dove sta il problema?

Parlo per esperienza personale legata alla vecchia Tarsu (ora Tari). Ho chiesto a un po’ di inquilini se avessero presente e pagassero il tributo relativo allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ecco, è risultato che alcuni – soprattutto chi ha uno studio – la pagavano, mentre la maggior parte degli inquilini non la pagava, perché non vanno a dichiarare e a denunciarsi.

 

Quindi?

Secondo me, su questa particolare autonoma obbligazione tributaria sarebbe il caso di assicurarsi subito che il conduttore dell’immobile o l’occupante in accomodato sappia che c’è da versare questa tassa. Lo dico perché, se dal punto di vista della presentazione del pagamento è facile calcolare, il problema del controllo su questi tributi comunali e delegati c’è eccome, soprattutto nei confronti di tutte le fattispecie. Altro che un anno ci vorrà per verificare tutti i versamenti dal 16 ottobre in poi…

 

Per chiudere, una ricerca della Cisl avrebbe portato un nodo al pettine: la Tasi può costare più dell’Imu 2012 per le case piccole, mentre per le rendite catastali elevate l’imposta sarebbe inferiore.

Anche qua si deve andare a vedere ogni delibera comunale. Per esempio, se le delibere prevedono detrazioni fino quasi ad azzerare la Tasi, allora è chiaro come non ci sia alcun rapporto con l’Imu, nel senso che se le agevolazioni sono così ampie da cambiare il rapporto con l’Imposta nunicipale unica, allora questo discorso della Cisl non è proprio vero. C’è da dire che non tutti i comuni si sono adeguati e vedo con i miei occhi che molte persone non sono in grado di calcolare quanto sono tenute a versare: una situazione già vissuta proprio con l’Imu. Nei paesi magari c’è il Caf o il patronato che aiuta, mentre nelle città c’è molta gente che dice: è una tassa in più e devo pure calcolarla? Temo sinceramente un certo rischio di evasione.

 

(Fabio Franchini)