Piazza Affari riesce a chiudere la prima seduta della settimana in rialzo (+0,85%), Mps termina in rosso dello 0,15%. Intanto il 28 novembre si riunirà l’assemblea ordinaria e straordinaria della Sansedoni Siena, partecipata al 21,8% da Mps e al 67% da Fondazione Mps. La società deve rinegoziare un debito superiore ai 200 milioni. 



Non è una giornata positiva per le banche a Piazza Affari: il dato negativo sulla produzione industriale ha fatto scendere i titoli bancari, dato che un andamento negativo dell’economia mette a rischio il portafoglio crediti degli istituti. In controtendenza troviamo però Mps, che guadagna lo 0,3%, così come Unicredit. Viceversa titoli come Bpm e Banco popolare cedono rispettivamente il 3% e il 3,4%.



Mentre Piazza Affari passa in territorio negativo (-0,4%), Mps invece ondeggia. Dopo un avvio in calo è poi passata in rialzo, salvo poi riportarsi in rosso, con un -0,3%. Intanto Bankitalia ha reso noto che il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze bancarie italiane relativo al mese di settembre è risultato pari al 19,7%, in miglioramento rispetto a 20% di agosto.

Una nuova settimana comincia per Mps e sarà molto importante per la banca senese. Infatti, oggi il capital plan approvato dal cda verrà inviata alla Bce per una valutazione. Per il momento il titolo a Piazza Affari ha aperto in ribasso dell’1,2%, ma già dopo pochi minuti ha ridotto le perdite allo 0,3%. Intanto Affari & Finanza, inserto economico di Repubblica, dedica un focus a Montepaschi, sottolineando come il piano predisposto da Rocca Salimbeni, che complessivamente smuove oltre 3 miliardi di euro, non sarà sufficiente a risolvere tutti i problemi della banca. Per il quotidiano romano ci vuole dunque un cavaliere bianco: escludendo Unicredit e Intesa Sanpaolo, i grandi gruppi italiani, che non sembrano in grado però di acquisire l’intera Mps, è all’estero che bisognerebbe guardare, ma senza uscire dai confini europei.