«Politiche di segno opposto sono ugualmente sbagliate. Tanto l’austerità di Monti quanto un incremento della spesa pubblica sono inadeguate a fare ripartire l’economia. La vera chiave è rendere efficiente la Pubblica amministrazione». Lo afferma Ugo Arrigo, professore di Finanza pubblica all’Università di Milano-Bicocca, a proposito degli ultimi dati sul Pil, secondo cui in Italia è calato dello 0,1%, mentre in Francia, che ha beneficiato della possibilità di derogare dalle regole Ue, è aumentato dello 0,3%. Anche se in Italia il debito è al 132% del Pil, contro il 93% della Francia.



Quanto pesa il debito pubblico italiano sulla situazione economica del nostro Paese?

Il debito incide sia sull’atteggiamento dell’Ue nei nostri confronti, sia sui margini di manovra dell’Italia. È questa la vera ragione per cui non possiamo permetterci i comportamenti che si permettono i francesi, tenendo un disavanzo su Pil ancora elevato e sfuggendo alle richieste dell’Ue che vorrebbero una riduzione più rapida.



Perché i francesi possono permettersi di sforare il rapporto deficit/Pil del 3%?

I francesi possono permetterselo per il loro peso politico superiore e per il fatto che il loro rapporto debito/Pil è inferiore. Il nostro Paese è per forza vincolato a un rigore finanziario che non è dettato soltanto dall’Europa, ma innanzitutto dal nostro debito pubblico. Se noi avessimo un rapporto debito/Pil tra l’80% e il 90%, potremmo tranquillamente avere un disavanzo del 4,5%. Per converso il dato positivo del Pil francese potrebbe essere una conseguenza del fatto che Parigi non ha attuato le politiche restrittive dell’Italia. Grazie all’assenza di eccessivo rigore economico il loro Pil va meglio.



Che cosa dovrebbe fare il governo italiano?

Il problema è che se il governo attua politiche restrittive, diminuisce il Pil molto più velocemente di quanto non migliori il disavanzo. Ma il rischio è che se attuiamo politiche espansive peggiori il disavanzo più di quanto non migliori il Pil. Siamo quindi intrappolati.

Qual è la via d’uscita da questa trappola?

Politiche di segno opposto sono ugualmente sbagliate. Una linea restrittiva alla Mario Monti peggiora il Pil molto di più di quanto non possa migliorare il disavanzo. Politiche espansive rischiano invece di peggiorare il disavanzo molto di più di quanto possa migliorare la crescita. L’approccio che deve essere fatto non è di tipo congiunturale, e forse neanche strutturale, bensì sistemico. Vanno osservati sistemi stranieri che hanno tratti comuni al nostro e tratti differenti. Quando faccio lezione agli studenti mostro il “quadrilatero svedese”, inteso come quattro caratteristiche fondamentali dei sistemi economici nord Europei.

 

Quali sono queste caratteristiche?

Sono fondamentalmente un alto peso dello Stato sul sistema economico, coniugato però a debito pubblico sostenibile, equilibrio del bilancio pubblico e crescita economica accettabile. Alla base però c’è un’amministrazione pubblica molto più efficiente della nostra.

 

Come è possibile fare funzionare l’amministrazione pubblica anche in Italia?

La mia idea per fare funzionare meglio la Pubblica amministrazione italiana è semplice. Individualità buone, ma che organizzate dall’alto non funzionano, vanno lasciati liberi di organizzarsi dal basso. Ciò che occorre è l’autonomizzazione delle amministrazioni pubbliche, lasciandole auto-organizzare dai loro dipendenti. La responsabilità dell’offerta dei servizi sanitari va lasciata ai dipendenti di un determinato ospedale o Asl. I dipendenti a quel punto vanno pagati non per quello che costano, o per lo stipendio contrattuale che è stato loro promesso, ma per i risultati che raggiungono.

 

(Pietro Vernizzi)