«L’obiettivo della candidatura dell’Italia alle Olimpiadi del 2024 è creare posti di lavoro e cogliere tutti i possibili vantaggi dei programmi di investimenti europei. In una fase in cui si cerca di rilanciare il Paese, la trovo una scelta sensata». Il professor Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, commenta così la scelta del premier Matteo Renzi di presentare Roma tra le città mondiali in lizza per i giochi olimpici che si terranno tra dieci anni.



Come valuta questa candidatura dal punto di vista delle potenzialità economiche?

A suo tempo avevo presieduto la commissione che aveva condotto lo studio di fattibilità economica sulla candidatura di Roma per i Giochi del 2020. Dai dati di allora emergeva un sostanziale equilibrio tra costi e benefici. La decisione presa da Monti di non candidarsi ai Giochi fu sostanzialmente politica, perché ci trovavamo nel mezzo della bufera dello spread e in piena austerità. Il governo non se la sentì di avanzare una candidatura di quel tipo in un momento in cui si stava compiendo un tentativo quasi disperato di recuperare credibilità e fiducia sui mercati.



Invece di spendere soldi per le Olimpiadi, non sarebbe meglio destinare le stesse somme a disoccupati e anziani con la pensione minima?

Intanto le Olimpiadi si terranno nel 2024 e in realtà anche lo studio che avevamo realizzato metteva in evidenza la creazione di un certo numero di posti di lavoro legati ai Giochi. In questo momento l’obiettivo è creare occupazione e cogliere tutti i possibili vantaggi dei programmi di investimento europei. In una fase in cui si cerca di rilanciare il Paese, non mi sembra tutto sommato una scelta contraddittoria.

Le Olimpiadi di Atene del 2004 hanno preluso alla crisi greca, mentre in Brasile hanno portato a forti proteste di piaza. Non lo ritiene un cattivo auspicio?



La connessione tra Olimpiadi e crisi greca è un po’ forzata. Anche perché soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture stradali e le reti della città di Atene, i greci fecero dei lavori talmente in ritardo che gli aggravi dei costi finirono per lievitare. Nel caso delle Olimpiadi 2024, stiamo parlando di un evento che l’Italia deve ancora aggiudicarsi. Dal punto di vista dell’impatto inoltre il nostro Paese assomiglia di più alla Gran Bretagna che non a Grecia e Brasile. La capacità di movimentazione dell’Italia è di gran lunga superiore a quella greca, che è limitata a un turismo vacanziero e di mare, mentre l’Italia beneficia anche di un turismo culturale e artistico.

Dopo Mafia Capitale, le Olimpiadi fornirebbero il pretesto per nuove forme di corruzione?

Di recente c’è stata una recrudescenza di questa mafia romana un po’ ciarlatana e ci sono nuovi rischi di corruzione e inefficienza, ma se si parte da questo presupposto non si fa mai niente. D’altra parte proprio il fatto che sia scoppiato il recente scandalo Mafia Capitale può aiutare a fare una pulizia netta e quindi a eliminare degli elementi che avrebbero potuto essere realmente negativi qualora non si fosse intervenuti. L’Expo 2015 ha fallito nel creare nuovi posti di lavoro.

 

Perché le Olimpiadi 2024 dovrebbero riuscirvi?

Su Expo 2015 le indicazioni sono ancora abbastanza premature. Anche per quanto riguarda l’afflusso di turisti, c’è un’aspettativa piuttosto positiva. I posti di lavoro si creano inoltre nel corso dello stesso avvenimento. In concomitanza con l’Expo le attività di alberghi, strutture ricettive, trasporti e logistica registreranno delle impennate considerevoli, e molte di queste iniziative determineranno la creazione di posti di lavoro. Le agenzie turistiche stanno già registrando un aumento degli ordini per quanto riguarda i biglietti, le partecipazioni e le richieste di viaggi.

 

(Pietro Vernizzi)